Il 12 settembre si celebra il No Plastic Bag Day, la Giornata internazionale senza sacchetti di plastica. La giornata è nata nel 2009 promossa dalla The Marine Conservation Society. Come ogni giornata mondiale, quella del 12 settembre nasce per sensibilizzare su una tematica importante: ha infatti l’obiettivo di ridurre il più possibile l’utilizzo dei sacchetti di plastica monouso, particolarmente dannosi per l’ambiente, sia marino che non. Secondo i dati dell’Unione Europea, infatti, ogni anno vengono prodotte solo in Europa 100 miliardi di borse di plastica, di cui molte finiscono negli oceani. L’utilizzo dei sacchetti di plastica genera inoltre 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica con un impatto sull’ecosistema altamente dannoso.
Per approfondire l’argomento dei danni prodotti alla flora e alla fauna dall’utilizzo e dal mancato riciclo dei sacchetti di plastica dispersi nell’ambiente, Interris.it ha intervistato il dottor Giorgio Bagordo dell’ufficio sostenibilità di WWF Italia.
Perché è importante aver dedicato una giornata specificatamente ai sacchetti di plastica?
“La giornata serve a ricordare a persone, comunità ed aziende di tutto il mondo l’impatto di un uso indiscriminato della plastica monouso e non necessaria come quella utilizzata per i sacchetti in plastica e l’importanza di usare soluzioni più sostenibili”.
Quanti sacchetti di plastica vengono prodotti nel mondo ancora oggi?
“Si stima che la produzione mondiale di sacchetti di plastica si aggiri sul trilione di sacchi all’anno ovvero un miliardo di miliardi”.
Che impatto hanno sull’ambiente? Entrando in dettaglio, quali danni agli animali?
“I sacchetti in plastica sono stati identificati come uno dei 10 oggetti più abbandonati sulle spiagge dell’UE. L’inquinamento da plastica incluso quello dei sacchetti, causa danni alla vita marina attraverso diversi meccanismi: intrappolamento, ingestione, soffocamento e rilascio di sostanze chimiche tossiche. Sono 2.150 le specie marine che sono venute in contatto con la plastica. Fino al 90% di tutti gli uccelli marini e il 52% di tutte le tartarughe marine ingeriscono plastica”.
Quali soluzioni dal WWF?
“I sacchetti in plastica non biodegradabile in Italia sono banditi dal Gennaio 2011, e dal 1 Gennaio 2018 devono essere anche compostabili e a pagamento. Le alternative biodegradibili e compostabili possono in ogni caso avere un impatto devastante se disperse in ambiente. In un’ottica di economia circolare bisogna quindi puntare ad una riduzione significativa nell’utilizzo del monouso e non necessario a favore di soluzioni riutilizzabili. Sul tema plastica per il WWF è inoltre necessaria un’azione internazionale coordinata, una responsabilità condivisa e un approccio comune tra istituzioni nazionali, locali e aziende. Serve un Trattato internazionale sull’inquinamento da plastica, che non è causato solo dai sacchetti, in quanto la sua gestione sia locale che globale è frammentata e inefficace e il problema non può essere risolto solo a livello nazionale o regionale, o attraverso sole misure volontarie non vincolanti”.
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