Apicoltura e inclusione, l’esperienza di “Bee Happy”

L'intervista di Interris.it a Gianrico Rossi, presidente della cooperativa sociale “Autentica”, in merito al progetto "Bee Happy"

Apiario (© Pexels da Pixabay)

Gli apoidei, ovvero la famiglia alla quale appartiene anche l’ape da miele, conosciuta anche con il nome di “Apis mellifera”, sono citati molto spesso in relazione ai rischi legati alla loro estinzione in quanto, il loro ruolo, è fondamentale per l’impollinazione dei fiori e per la produzione di gran parte del cibo di cui l’uomo si nutre. Oltre a ciò, negli ultimi anni, la funzione sociale delle api e del miele, è emersa anche attraverso la realizzazione di diverse progettualità miranti all’inclusione di persone con disabilità e fragilità. Uno di questi è “Bee Happy”, posto in essere a Cassino dalla cooperativa sociale “Autentica”. Interris.it, in merito a questo progetto di inclusione, ha intervistato Gianrico Rossi, presidente della cooperativa sociale “Autentica”, già presidente delle Acli provinciali di Frosinone per due mandati e attuale coordinatore di Acli Terra della medesima provincia.

Gianrico Rossi, presidente della cooperativa sociale”Autentica”

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Bee Happy”?

“’Bee Happy’ è un progetto a cui abbiamo dato vita grazie a un finanziamento europeo. Quindi, nell’ambito della cooperativa di progettazione sociale, abbiamo intercettato questo fondo e lo abbiamo utilizzato per contribuire a potenziare l’attività dell’apiario sociale. ‘Be happy’ si inserisce in un’iniziativa più ampia, ovvero quella che ha visto la cooperativa impegnata su un terreno, concesso in uso dall’abbazia di Montecassino, in prossimità del santuario di Casalucense che ospita i frati dell’ordine dei francescani dell’Immacolata. In questo luogo abbiamo circa 120 famiglie di api e la raccolta del miele è utilizzata sia per finanziare le varie attività della cooperativa ma soprattutto, in termini di ricaduta sociale, per dare delle piccole opportunità di impegno lavorativo a persone che si trovano in condizione di fragilità economica e sociale o con forme di disabilità in quanto lavoriamo molto con i centri diurni dell’Asl di Frosinone e, in particolar modo, con i ragazzi che hanno un disagio mentale.”

Che valore rivestono l’agricoltura e la vostra attività per favorire l’inclusione delle persone con disabilità e fragilità? Qual è il valore aggiunto che volete dare in quest’ambito?

“Il maggior valore è legato all’inclusione di persone che si trovano in un momento di difficoltà nella propria vita e anche nei confronti di coloro che sono affetti da forme di disagio mentale. Con queste ultime abbiamo iniziato a sperimentare soprattutto l’attività legata all’etichettatura dei barattoli di miele e del confezionamento dei cofanetti di promozione del miele. Oltre a ciò, abbiamo iniziato a favorire dei momenti in apiario con valenza formativa nonché divulgativa e quindi legati alla conoscenza delle api”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo del progetto “Be Happy”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione?

“Immaginiamo che il progetto ‘Be Happy’ possa continuare ad evolversi in futuro, dando sempre più spazio a tutti coloro che, in un periodo particolare della propria vita, cercano un punto di riferimento e noi, come cooperativa, auspichiamo di poterlo essere e diventare. Stiamo inoltre avviando, con la collaborazione di Acli Terra nazionale nell’ambito del progetto ‘Bioper’, l’iter per l’ottenimento della certificazione biologica per il nostro miele. Le possibili forme di sostegno a questo progetto sono tante: le donazioni, l’adozione di un’arnia oppure altre formule legate alla promozione di giornate di comunità, legate ad esempio a coloro che volessero sperimentare forme diverse di team building aziendale. Questo è un universo molto ampio in cui si può intravedere anche un’attività legata alla valorizzazione della responsabilità sociale d’impresa.”