E tu che tipo di amico sei?

Con l'approssimarsi della ripresa delle lezioni, un excursus sull'Etica Nicomachea di Aristotele: una finestra sul valore reale dell'amicizia

Presto si tornerà a scuola, in presenza o con la didattica a distanza, una cosa è certa: l’anno scolastico sta per cominciare e io sono alle prese con i compiti delle vacanze da consegnare. Proprio oggi mi sono imbattuta in Aristotele e la sua “Etica Nicomachea”, in particolare la parte in cui parla dell’amicizia.  Mi ha molto colpito la profondità di questo sentimento, l’importanza che Aristotele riconosce alle relazioni umane, tanto da scrivere “senza amici, nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni”. Ad un tratto mi sono domandata quante delle persone che mi circondano, con cui trascorro il mio tempo, sono amici senza i quali non vivrei?

Un manuale per l’amico

Per Aristotele l’amicizia, che comprende anche l’amore, è la relazione che da senso alla vita: se si è ricchi per condividere, se si è poveri per consolarsi, se si è giovani per aiutarsi a non sbagliare, se si è vecchi per assistersi a vicenda e se si è nel pieno dell’età per agire a fin di bene. Insomma l’amicizia si adatta e migliora ogni stagione della vita, ma solo se consolidata nel tempo e se è reciproca. All’improvviso questo trattato filosofico mi è sembrato un manuale pratico per imparare a riconoscere i veri amici!

Non sentirci soli

Non è facile capire quando una relazione è sincera, gratuita e fa del bene a chi la vive. Non siamo stati abituati a farci così tante domande quando cominciamo una relazione e forse è anche per questo che oggigiorno sono così fragili i rapporti umani e si spreca spesso tempo stando con “chiunque”, con il solo scopo di non sentirci soli. Penso a quella ragazza di cui abbiamo scritto su Interris.it che è morta di overdose a casa di “amici”, penso a tutte quegli errori che si commettono in gruppo solo per essere accettati. Penso a quanto è raro trovare una persona che desideri veramente starti accanto, semplicemente.

L’amicizia perfetta

Infatti non tutte le amicizie – avverte Aristotele – sono uguali: ci sono quelle basate sull’utilità, quelle sul piacere, quelle sul bene. Una distinzione che segna anche una sorta di gerarchia morale dove l’amicizia basata sulla reciproca utilità segna il gradino più basso. Per Aristotele l’amicizia “perfetta” è quella tra persone che vogliono “il bene” l’uno dell’altro. Questa è l’unica relazione destinata a durare nel tempo, quello che va oltre gli egoismi, oltre i desideri del momento: non più noi stessi al centro, ma l’altro.