Ambasciata Perù in Italia: “Violenze da gruppi favorevoli al colpo di Stato”

Interris.it ha chiesto all'Ambasciata del Perù in Italia un commento sulle cause degli scontri e sull'attuale situazione del Paese

Scontri in Perù

Sono almeno 26 i morti e oltre 300 i feriti in Perù da inizio proteste, scaturite dopo la destituzione, da parte del Congresso, dell’ormai ex Presidente Pedro Castillo per tentato “colpo di Stato”.

Castillo è rimasto in carica dal 28 luglio 2021 al 7 dicembre 2022, quando è stato destituito dopo aver tentato di sciogliere il Parlamento che, per la terza volta, stava esaminando una mozione di impeachment nei suoi confronti. Al suo posto, il Congresso ha nominato Presidente del Perù una donna, la prima nella storia del Paese latino americano: Dina Ercilia Boluarte Zegarra, già vice presidente durante il breve periodo del mandato di Castillo.

La destituzione di Castillo – ex sindacalista e maestro elementare nato a Cajamarca, una delle regioni più povere del Perù nonostante la presenza dei giacimenti aurei più grandi del Sud America – ha provocato manifestazioni di piazza in tutto il Paese e scontri violenti con la Polizia.

Interris.it ha chiesto un commento delle ragioni e della cause degli scontri nonché dell’attuale situazione nel Paese all’Ambasciata del Perù in Italia, guidata dall’ambasciatore Edoardo Martinetti Macebo. 

L”ambasciatore del Perù in Italia, Edoardo Martinetti Macebo

Il commento dell’Ambasciata del Perù in Italia

“Come è di dominio pubblico – spiegano dall’Ambasciata in un approfondito promemoria – il 7 dicembre si è verificato in Perù un tentativo di infrangere l’ordine costituzionale e democratico promosso dallo stesso ex presidente Pedro Castillo, che ha portato alla vacanza della sua carica da parte del Congresso e all’attivazione dei meccanismi costituzionali di successione presidenziale. In tale misura, e in conformità con il regime di successione stabilito dall’articolo 115 della Costituzione Politica del Perù, lo stesso 7 dicembre è stato effettuato il giuramento della Vicepresidente, signora Dina Boluarte Zegarra, come Presidente della Repubblica”.

“Occorre sottolineare che il Perù ha un impegno incondizionato con la promozione dei diritti umani, considerati pilastri fondamentali della democrazia e del rafforzamento della governabilità. In linea con il suddetto impegno, le azioni intraprese dal Governo della Presidente Boluarte sono finalizzate a ripristinare l’ordine pubblico e intraprendere uno sforzo di dialogo nazionale, ampio e inclusivo, che consenta di raggiungere una soluzione consensuale alla difficile situazione che il Paese sta attraversando, nel pieno rispetto dei diritti umani e nel quadro della Costituzione e delle leggi della Repubblica. Un chiaro segnale dell’impegno per la tutela dei diritti umani è l’invito, tempestivo e senza indugio, alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (IACHR) a effettuare una visita tecnica in Perù che si è svolta tra il 20 e il 22 dicembre”.

“Purtroppo, gli atti di violenza nel Paese hanno causato ad oggi 20 decessi a causa degli scontri, oltre a 6 morti che non hanno potuto ricevere tempestivamente assistenza medica a causa dei blocchi autostradali. Allo stesso modo, si stanno verificando numerosi feriti, sia civili che membri delle forze dell’ordine”.

Gli scontri capeggiati da gruppi violenti favorevoli al colpo di Stato

“In questo contesto – prosegue – è necessario precisare che lo Stato riconosce la legittimità del diritto costituzionale di protestare della popolazione; ma, non può tollerare forme di protesta illegittime e illegali, come l’occupazione di strade o la distruzione di tecnologie per l’operatività aeroportuale e l’incendio di commissariati e di locali del Ministero Pubblico (Procura) e del Potere Giudiziario, capeggiate da gruppi violenti e favorevoli al colpo di Stato che si sono infiltrati e hanno diretto molte delle proteste cittadine in varie regioni dell’interno del Paese, con un deplorevole e tragico bilancio di 26 morti e diverse centinaia di feriti, tra cui circa 300 membri della Polizia Nazionale”.

Le nuove elezioni anticipate ad aprile 2024

“Tenendo conto il sentire di importanti settori della cittadinanza, e al fine di individuare una soluzione a queste proteste – proseguono dall’Ambasciata del Perù in Italia – il Governo della Presidente Dina Boluarte ha proposto al Congresso una nuova legislazione per anticipare le elezioni generali per formare un nuovo esecutivo e un nuovo legislativo. Di recente, il Congresso ha raggiunto un consenso maggioritario per convocarle ad aprile 2024, di modo che le nuove autorità elette assumerebbero le loro cariche a luglio dello stesso anno. Il Congresso dovrà ratificare questa decisione nella prossima legislatura ordinaria, all’inizio del 2023, in quanto si tratta di una riforma costituzionale”.

“Dopo oltre dieci giorni di scontri, la situazione nelle regioni colpite sta gradualmente tornando alla normalità e l’ondata di proteste si è attenuata nella maggior parte del Paese. Tuttavia, in alcune regioni del sud del Perù, rimane ancora una pressione di settori radicali che continuano ad occupare diverse autostrade, in modo violento e con un’agenda di richieste incostituzionali che esige le dimissioni della Presidente della Repubblica, la chiusura immediata del Congresso e il reintegro dell’ex Presidente Pedro Castillo”.

Lo stato di emergenza

“Per garantire la legittimità dell’ordine costituzionale, nonché la sicurezza e la proprietà pubblica e privata minacciate dai gruppi violenti – spiegano dall’Ambasciata del Perù in Italia – il governo del Perù si è visto obbligato a dichiarare lo stato di emergenza nazionale per un periodo di 30 giorni di calendario. La Polizia Nazionale del Perù mantiene il controllo dell’ordine interno, con il supporto delle Forze Armate”.

“È importante sottolineare che, nonostante l’intenzione di questi gruppi violenti di generare il caos con l’intento di minare la democrazia e lo stato di diritto, le azioni delle autorità e delle istituzioni nazionali sono state conformi alla più stretta legalità, in accordo con l’ordine costituzionale in vigore, con i trattati internazionali e con l’obiettivo fondamentale di difendere l’istituzionalità democratica e la pace sociale nel Perù”.

Castillo in carcere: “Suoi diritti umani pienamente tutelati”

“Per quanto riguarda la situazione dell’ex presidente Pedro Castillo, [arrestato nella Prefettura di Lima la sera del 7 dicembre, ndr] si stanno seguendo le procedure contemplate nell’ordinamento giuridico nazionale e i suoi diritti umani sono pienamente tutelati. Il Potere Giudiziario ha ordinato 18 mesi di detenzione preventiva nei confronti dell’ex presidente, nell’ambito delle indagini per i presunti reati di ribellione, cospirazione, abuso di autorità e contro la tranquillità pubblica. Alla luce dei recenti episodi e su invito del governo del Perù, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani realizzerà una visita nel Paese tra il 20 e il 22 dicembre, con l’obiettivo di verificare il rispetto degli impegni internazionali del Perù in materia di diritti umani”.

Il portavoce dell’Unione europea ha rilasciato una Dichiarazione evidenziando che l’UE accoglie con soddisfazione il modo pacifico e democratico con cui il Perù ha affrontato i recenti eventi politici interni. In Perù non esiste persecuzione politica e prevalgono lo Stato di diritto, la separazione dei poteri e il rispetto delle garanzie dell’amministrazione della giustizia, compreso il giusto processo.

L’augurio di Natale dell’Ambasciata del Perù in Italia

“D’altra parte, le autorità peruviane, in coordinamento con le Ambasciate straniere accreditate nel Paese, stanno fornendo assistenza ai turisti stranieri colpiti da questa crisi. È opportuno precisare che sono già stati riaperti gli aeroporti delle città di Cusco e Arequipa e che a breve si spera di ripristinare le operazioni aeroportuali ad Ayacucho e Juliaca (Puno)”.

“Infine – concludono dall’Ambasciata del Perù in Italia – nello spirito cristiano del Natale, il popolo peruviano e le sue autorità desiderano e sperano di risolvere questo momento di difficoltà con un animo di concordia e dialogo nazionale che permetta di guardare con speranza a un futuro di maggiore benessere per tutti, senza lasciare indietro nessuno”.