Allergie, bambini e omeopatia: la parola all’esperto

L'intervista alla dottoressa Lucilla Ricottini, pediatra, omeopata e omotossicologa, oltre che autrice di alcuni libri di divulgazione sull’argomento

La definizione più comune di allergia è quella di una reazione anomala del sistema immunitario a sostanze di solito innocue, chiamate allergeni. Gli allergeni possono essere nell’ambiente, sotto forma di polline, polvere, peli di animali o muffe, o essere presenti in alcuni alimenti, farmaci o prodotti chimici. Di allergie nei bambini e farmaci omeopatici abbiamo parlato con la dottoressa Lucilla Ricottini, pediatra, omeopata e omotossicologa, oltre che autrice di alcuni libri di divulgazione sull’argomento.

Quando parliamo di bambini a che età ci riferiamo?

“L’età pediatrica, quindi l’individuo in crescita e maturazione, arriva, secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fino ai 18 anni di età. Tuttavia nell’ambito della pediatria c’è una branca sviluppata ormai da molti anni ed è quella della pre-adolescenza. Fase in cui non si è più bambini, ma neanche adulti conclamati. Intuitivamente fino ai 12 anni compiuti. Un’età prepuberale in cui ci sono le caratteristiche tipiche, ma ancora non c’è la maturità sessuale. Quindi è un mondo un po’ a sé”.

Detto questo, quali sono le allergie più comuni che si possono riscontrare in questi soggetti?

“Se accendiamo un faro sulle allergie possiamo dire che nella primissima infanzia, quindi nel primo anno e soprattutto nel secondo di vita, sono soprattutto allergie alimentari. Il primo contatto con il mondo esterno passa dalla bocca e le allergie che riscontriamo non sono necessariamente stagionali e riguardano soprattutto latte vaccino, uova, glutine, pomodori e per chi la introduce presto la cioccolata. Molto spesso il bambino che ha sofferto di allergia alimentare da piccolino manifestando eczemi cutanei o anche banalmente un’importante crosta lattea, inizia quella che viene chiamata una marcia atopica o allergica e quindi da lì poi manifesterà rinite e addirittura asma. Quindi quando è un po’ più grandino cominciano ad affiorare i raffreddori su base allergica. All’inizio, in alcuni casi, si possono manifestare come raffreddori persistenti, con formazione di grosso catarro. Già da allora il raffreddore è seguito da una forma di broncoreattività in cui si hanno delle forme un po’ difformi di asma che però vengono sempre dopo il raffreddore. Sono il preludio a un’allergia vera e propria, più conclamata, tipica dell’adulto”.

Qual è il primo campanello d’allarme di questi fenomeni?

“Spesso l’allergia alimentare, nei primi anni di vita, si manifesta con vomito, diarrea o orticaria. E poi comincia una marcia atopica che tocca la seconda tappa, la rinite, per poi arrivare fino a l’asma. Tuttavia l’allergia alimentare non è per tutti preludio dell’allergia respiratoria. A volte può partire direttamente come allergia respiratoria. Bisogna anche tener conto dei calendari stagionali che vedono coinvolti pollini o allergeni domestici, come l’acaro della polvere o le muffe”.

E qui s’innesta il discorso dell’omeopatia: cioè come si integra in questo scenario? Come si curano le allergie, appunto alimentari e stagionali con l’omeopatia, nei bambini fino ai cinque anni?

“In quegli anni è difficile avere conferma di una reale allergia. Qui subentra l’occhio esperto che si rende conto della situazione e fa un collegamento tra allergeni. Se nel bambino c’è un’allergia alimentare, va fatta una sospensione per un breve periodo. Lo deciderà il pediatra, per evitare l’eliminazione di alimenti importanti. Nel frattempo l’omeopatia ci aiuta con farmaci come la Nux Vomica o l’Arsenicum Album, se compaiono vomito e diarrea in corso di allergia. Quando abbiamo riniti, quindi nella fase successiva, in cui l’esposizione è soprattutto ai pollini oppure oculoriniti anche con la congiuntivite, ecco venirci in aiuto l’Allium Cepa, la Salvatilla o l’Eufrasia. Ma possono essere molti altri i rimedi, a seconda dei sintomi. Inoltre possiamo utilizzare anche Apis, latte che viene dal veleno delle api diluito, soprattutto quando abbiamo edema palpebrale, cioè le palpebre si gonfiano. Possiamo utilizzare il Sulfur nelle orticarie e nelle blefariti, cioè quando la palpebra diventa molto rossa e produce un po’ di forfora, o l’Istaminum, che rappresenta un antistaminico omeopatico, chiamiamolo così”.

Qual è il vantaggio dell’omeopatia in questi casi?

“L’omeopatia non ha effetti collaterali e sui bambini lavora molto bene perché è gradevole e gradita. Volendo ci possiamo appoggiare anche all’omotossicologia, una branca dell’omeopatia che lavora soprattutto con drenanti e disintossicanti, quindi è particolarmente utile nei casi in cui le allergie siano sostenute anche da allergie crociate agli alimenti. L’omotossicologia va a sostenere gli organi di drenaggio e facilita perciò l’eliminazione, anche per via epatica, dei complessi allergenici”.

Una domanda che si fa sempre in questi casi è: come le terapie omeopatiche e omeotossicologiche si integrano con quelle della medicina convenzionale?

“Sia quando le forme sono molto lievi sia nella prevenzione io lavoro solo con l’omeopatia. Perché non ha senso mettere l’organismo sotto l’azione di una sostanza chimica in un momento in cui il sintomo è ancora sopportabile, per esempio non abbiamo un’asma acuta che può creare problemi di salute importante. E se disagi ci sono, possono anche essere ben sostenuti. Nella prevenzione omeopatia e omotossicologia sono preziose, perché vanno a riequilibrare i sistemi e quindi prevengono l’allergia. Non sostituiscono i vaccini in senso stretto: quella dei vaccini è una terapia desensibilizzazione, quella omeopatica è una terapia riequilibrante. Io stessa ho pubblicato un lavoro con il gruppo di Elena Gallici, uno studio su 80 bambini con la dermatite atopica seguiti per tre anni in Lazio e abbiamo visto che ci sono stati dei grossi benefici. Questo quando parliamo di patologie non gravi e di prevenzione. Quando siamo di fronte a un evento importante, come può essere una crisi asmatica, chiaramente si interviene con la medicina tradizionale perché più pronta, più immediata: sblocca il problema ed evita soprattutto la cronicizzazione. Si possono però in parallelo mantenere farmaci omeopatici che sostengano il terreno biologico e poi essere anche di accompagnamento alla sospensione della cura chimica. Ho fatto riferimento al terreno perché in omeopatia è vero che il farmaco è scelto sulla base di sintomi molto precisi e quindi non esiste il rimedio per il raffreddore, il rimedio per la congiuntivite allergica e così via, ma è esso sempre personalizzato. Si cercano dei sintomi fisici, ma anche dei sintomi psicologici, perché la persona è un insieme, è un sistema PNEI (acronimo che sta per Psicologia, Neuroscienze, Endocrinologia e Immunologia) quindi ogni rimedio tiene conto proprio del modo di reagire dell’intero organismo. Il sintomo è  la punta dell’iceberg, del modo in cui l’organismo reagisce agli stimoli ambientali. In quest’ottica è molto importante considerare il biotipo, il soggetto che ha delle maggiori diciamo vulnerabilità a carico di alcuni organi e magari invece organi che funzionano in maniera più vivace e più vitale. Questo ci spiega perché alcune persone vanno verso l’asma, per esempio, e altre più verso la rinite oppure alcuni bambini ancora verso le otiti catarrale per la componente allergica. Quindi curando il terreno ovvero il biotipo lo si rafforza, lo si prepara e lo si sostiene per l’evento allergico”.

Come convincete i genitori ad adottare questo tipo di terapie per i loro figli?

“Personalmente ho alle spalle un’esperienza di medico ospedaliero e ho lasciato l’ospedale per l’omeopatia, quindi chi mi cerca viene già orientato. A dirla tutta, il problema si pone quando uno dei due genitori è convinto e l’altro no. Di solito, la mamma è favorevole e il padre dubbioso, ma non è sempre così. Infatti alcuni mariti da giovani sono stati curati con successo con l’omeopatia dalle proprie mamme e a quel punto sono loro a convincere tutta la famiglia. Detto questo, se i due coniugi vengono in armonia e convinti, ho già risolto il problema alla radice. Altrimenti rispetto la divergenza di opinioni e dico loro: se non siete convinti tutti e due pensateci sopra e decidete in un altro momento. A quel punto, nel vedere questa mia disponibilità, nove volte su dieci si apre uno spiraglio. La mossa vincente è utilizzare l’omeopatia come medicina integrata, anche non tutti gli omeopati la pensano così soprattutto perché c’è molta pressione sui medici. In realtà tutte le volte che evitiamo dei farmaci che la mamma darebbe per ansia o automedicazione inutilmente, intanto stiamo facendo un beneficio, dopodiché il bambino si rafforza. Ho il piacere di avere pazienti adulti che ho curato da bambini e che ora mi portano i loro figli. La prevenzione è la vera grande arma vincente”.

Pubblicato sul settimanale Visto