Le 9 ragioni per cui i cristiani vengono perseguitati ancora oggi

L'intervista al direttore di Porte Aperte Onlus, Cristian Nani, sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo

Le 4 suore rapite in Nigeria, l’irruzione delle forze militari del regime di Ortega in una curia del Nicaragua e l’arresto del vescovo di Matagalpa. Sono solo alcuni degli esempi delle persecuzioni e delle oppressioni che vengono perpetrate contro i cristiani. In ultimo, ma solo per ordine di tempo, le preoccupazioni del cardinale Louis Raphael Sako per le comunità cristiane che, non solo in Iraq ma anche nel resto del Medio Oriente, rischiano di scomparire.

Le persecuzioni oggi

Nell’immaginario collettivo, probabilmente, quando si parla di persecuzioni contro i cristiani, la mente viaggia fino a migliaia di anni indietro, quando gli imperatori romani chiudevano i cristiani all’interno del Colosseo per farli sbranare dai leoni. Purtroppo, non è così. Se in Italia, o in altri Paesi europei, andare a messa la domenica, pregare è un diritto che diamo quasi per scontato, ci sono Stati dove professare il proprio credo religioso può portare alla morte. Come in Afghanistan che, secondo la World Watch List 2022, stilata dalla Onlus Porte Aperte, è il Paese più pericoloso dove vivere per un cristiano.

L’intervista

Ma quali sono le motivazioni che spingono singole persone o Stati a mettere in atto violenze e oppressioni contro i cristiani? Interris.it ha intervistato Cristian Nani, il direttore della Porte Aperte Onlus.

Dott. Nani, nel 2022 spaventa parlare di persecuzioni di cristiani. Ma cosa c’è dietro questo fenomeno?

“Per poter analizzare il fenomeno della persecuzione anti-cristiana siamo stati ‘costretti’ a darci una metodologia che fosse riconosciuta a livello internazionale e quindi abbiamo dovuto dare dei nomi alle fonti della persecuzione e dell’intolleranza. Ovviamente, la vita stessa del cristiano in alcune situazioni e circostanze, comporta una forma di reazione dalle altre parti della popolazione”.

Quali sono quindi le cause?

“Ne abbiamo individuate 9: oppressione islamica, dovuta al fatto che si cerchi di riportare il mondo sotto la ‘Casa dell’islam’, con azioni violente o meno; nazionalismo religioso, ossia la ricerca di assoggettare un’intera nazione ad una sola religione. Sono esempi, in tal senso, l’induismo e il buddismo, ma anche il giudaismo ortodosso; antagonismo etnico-religioso, che si riscontra dove un gruppo etnico sottopone un altro gruppo etnico a varie forme di ostilità perché quest’ultimo ha una religione diversa; oppressione tribale, che si riscontra quando una tribù, clan o famiglia estesa impone norme antiche, relegate a contesti tribali e non statuali, creando problemi a chi non vi si assoggetta; protezionismo denominazionale, riscontrabile nei casi in cui una denominazione cristiana cerca di mantenere la supremazia per l’esclusività della legittimazione; oppressione comunista e post-comunista, che si evidenzia in tutti quei casi dove si vuole ancora mantenere salda l’ideologia comunista. Si tende a controllare le chiese tramite sistemi di registrazione e monitorando con l’uso di tecnologie la loro attività; intolleranza secolare, si nota in quei contesti in cui si è cercato e si cerca di eliminare il concetto di religione dal dibattito pubblico e, se possibile, anche dalle menti degli individui; paranoia dittatoriale, attenta a proteggere e a mantenere il potere a qualsiasi costo, anche senza la realizzazione di una visione chiara e specifica; crimine organizzato e corruzione, si cerca di creare un clima di impunità, anarchia e corruzione”.

Qual è il Paese più per pericoloso per vivere per un cristiano?

“Da quando i talebani sono tornati al governo, ossia dall’estate del 2021, è l’Afghanistan. Mi preme sottolineare che l’anno precedente, quindi parliamo dei dati del 2020, l’Afghanistan era al secondo posto di questa triste classifica. La libertà religiosa nel Paese non esisteva neanche prima del ritorno dei talebani. Ora la situazione è peggiorata; le nostre analisi riportano dati abbastanza scioccanti riguardo alla piccola e nascosta comunità cristiana che nonostante tutto c’è in Afghanistan. Parliamo di circa 10.000 persone che non possono vivere la loro religione. Se venissero scoperti, gli uomini andrebbero incontro alla morte, le ragazze diventerebbero un bottino di guerra”.

E il secondo? 

“E’ la Corea del Nord che, per venti anni, ha sempre occupato il primo posto della classifica dei Paesi più pericolosi per i cristiani in cui vivere. Stimiamo che, in questo Paese, tra i 50 mila e i 70 mila cristiani siano detenuti a causa della loro fede”.

Quanti sono i cristiani vittime di persecuzione nel mondo?

“La nostra ricerca parla di oltre 360 milioni di cristiani che sperimentano un livello di persecuzione alta a causa della fede: un cristiano ogni 7. Le persone di fede cristiane uccise a causa del loro credo religioso sono aumentate rispetto allo scorso anno: sono 5.898. La Nigeria resta l’epicentro di violenze e persecuzioni, visto le notizie che riceviamo dai media. La realtà dei cristiani perseguitati è viva e presente oggi più che mai. Sono oltre 5.000 le Chiese e gli edifici legati alla fede cristiani che sono stati chiusi o posti sotto sequestro. Sono 6.175 i cristiani sottoposti ad arresto: la maggior parte di questi arresti si è verificata in India”.

E’ possibile capire come mai le persecuzioni sono in aumento?

“In questo campo noi abbiamo un’esperienza trentennale. Il trend delle persecuzioni è in aumento continuo negli ultimi anni, sia parlando di intensità sia come numero di persone coinvolte. Le cause sono tantissime, comprese le fonti di cui parlavamo prima, ma ci sono anche dinamiche geopolitiche in aeree dove la presenza cristiana viene doppiamente colpita, come in Siria ad esempio. Si stanno creando delle ‘condizioni ideali’ per produrre quell’hummus che porta alla crescita della pianta delle persecuzioni”.

Cosa i governi potrebbero fare per garantire la libertà di religione di ogni persona e far sì che le persecuzioni cessino?

“E’ ben noto come la sovranità di ogni Nazione sia inviolabile e che un altro Stato non può interferire per combattere le violazioni delle libertà fondamentali. Ci sono dei canali, però, che possono essere utilizzati per migliorare le condizioni dei cristiani e, più in generale, anche delle altre persone. La libertà religiosa viene, ancora oggi, definito un diritto orfano della Carta dei diritti fondamentali dell’uomo: è quello di cui meno si parla e ancora meno ci si batte. Questo per mille ragioni economiche e politiche. Ci sono i canali e le leve per migliorare la condizione dei cristiani nel mondo”.