Zingaretti parte
dalla Tav

Una mossa “simbolica e importante” per inaugurare il percorso da segretario: la visita ai cantieri della Tav. Nicola Zingaretti, fresco di elezione alla guida del Partito democratico, non perde tempo e al Messaggero illustra la sua ricetta per far ripartire il progetto politico dem. 

Programma

“Se la mia segreteria sarà unitaria? Ancora non ci ho pensato – spiega – . Voglio essere comunque inclusivo”. Ora, aggiunge, “cambierò tutto e volteremo pagina. Voglio un campo largo in cui non sarò il capo ma il portatore di tante istanze“. Alla domanda se quando ha detto che il Pd prenderà “un'altra strada”, si riferisse a Matteo Renzi, Zingaretti risponde: “No, anzi secondo me Renzi mi ha fregato il titolo del libro… Tutti daranno il loro contributo, compreso Matteo”.

“Darò una mano”

L'ex premier, da parte sua, sulla Stampa assicura: “Zingaretti non ha nulla da temere. Io non chiedo niente, siamo pronti a dare una mano. Io le scissioni non le ho mai fatte: le ho subite”. Sul lavoro da segretario “lo vedremo alla prova dei fatti – dice -. In Regione Lazio, Nicola è abile a tenere insieme un fronte ampio che va dai moderati agli estremisti di sinistra“. “Io – aggiunge – farò una battaglia educativa e culturale dentro il partito. Il grillismo si sta sgonfiando”. A colloquio anche col Messaggero, Matteo Renzi parla, invece, del “milione e mezzo ai seggi, del lungo fiume di persone di sabato a Milano, dei pienoni alle presentazioni del libro” come di “splendidi segnali di una comunità viva e di una stagione politica, quella del M5s, che volge al termine”. “In coda – nota Renzi – anche molti elettori grillini“. Quindi, l' ex premier, che non dice per chi ha votato, spiega che non c'è dubbio che tra i tre Roberto Giachetti mostra grinta renziana quando dice “no” al rientro nel partito dei fuoriusciti della “ditta”, e “no” ad intese future con i grillini. Inoltre, assicura: “Darò una mano a Nicola”.

La svolta

Per il sindaco di Firenze, Dario Nardella – intervenuto a Controradio – “ la svolta non è lasciare il Pd così com'è, come se fosse una bad company, e creare qualcosa di nuovo: il punto è cambiare profondamente il Pd guardando fuori, anche guardando al nuovo civismo“. Secondo Nardella il risultato delle primarie è stato “chiaro, limpido e netto: mi congratulo con Nicola Zingaretti. Penso che se un segretario deve uscire vincente, è bene che esca con un risultato forte, che aiuta a far ripartire il Pd soprattutto per le scadenze immediate che avremo di fronte, le elezioni europee, e le elezioni in metà dei comuni italiani. Penso che sia il momento della ripartenza: ci sono tutte le condizioni perché il Pd imbocchi la strada giusta“.