Via Fani, Conte ricorda Moro a 41 anni dalla strage

Molti vostri coetanei non sanno neppure bene cos'erano le Brigate Rosse, i concetti di dittatura del proletariato, questa deriva del fanatismo ideologico. Sembrano anni ormai lontani per la vostra generazione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, incontrando alcuni giovani studenti del liceo Gassman e dll'Istituto Rossellini di Roma, i quali hanno lavorato alla realizzazione di un lavoro documentariale su Aldo Moro, basandosi sulle lettere scritte dal presidente della Democrazia cristiana durante la sua prigionia, nel 1978. Il breve incontro fra il premier e i ragazzi si è tenuto al termine della cerimonia commemorativa svolta in Via Fani, nel 41esimo anniversario del rapimento dello statista, nel luogo dove oggi sorge un monumento che ricorda la violenza perpetrata quel giorno nei confronti dei cinque uomini della scorta, uccisi sul posto da un commando delle Br.

La commemorazione

Alla cerimonia, durante la quale Conte ha posto una corona di fiori sotto la targa commemorativa, hanno presenziato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Non ha presenziato alla commemorazione ma anche dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è arrivato un commento nel giorno dell'anniversario della strage di Via Fani: “Nel dovere del ricordo non possiamo dimenticare che troppi terroristi assassini, non solo delle Brigate Rosse, sono in giro per il mondo anziché in galera. Uno di loro è Alessio Casimirri, attualmente in Nicaragua e che partecipò alla strage di via Fani: l'altro giorno il Parlamento europeo ha chiesto al paese del Centro America di restituirci il criminale in fuga. Per lui, come per i troppi terroristi scappati all'estero (nel commando di via Fani c'era anche Alvaro Lojacono, ora in Svizzera), l'Italia è tornata finalmente ad alzare la voce per ottenere giustizia. E' il modo migliore per non dimenticare l'orrore, omaggiare le vittime e ribadire che chi sbaglia paga”.

Da quel 16 marzo iniziarono i 55 giorni del sequestro Moro, una delle pagine più oscure della storia del nostro Paese, dal dopoguerra a oggi. Una vicenda controversa che, tutt'oggi, presenta ombre ancora non del tutto dissipate. Il presidente della Dc fu assassinato con dodici colpi di pistola e il suo corpo venne fatto ritrovare in Via Caetani, nel pieno centro di Roma, aprendo una ferita sul volto dell'Italia che, dopo 41 anni, resta ancora irrimediabilmente aperta.