Una bandiera di Genova per non dimenticare

Sono oltre 450 i familiari delle 43 vittime di ponte Morandi attesi il 14 agosto a Genova alla commemorazione a un anno dal disastro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  La cerimonia si svolgerà davanti alla futura pila 9 del nuovo ponte che sarà già alta 26 metri, ma non ancora completata dovendo arrivare a 37 metri. In cima sarà issata una bandiera di Genova. dice Bucci. Alle 10 si terrà la messa celebrata dall'arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, Angelo Bagnasco. “È stata una tragedia immane, abbiamo lavorato bene, nessuna delle imprese, degli operatori ha ceduto nemmeno un momento. Ora però bisogna guardare avanti, al nuovo viadotto”, afferma all’Agi, Giovanni Toti, governatore ligure che, poche ore dopo il disastro, fu nominato commissario per l'emergenza. Sono trascorsi 12 mesi da quel 14 agosto quando, alle 11.36, crollò una porzione di ponte Morandi, inghiottendo la vita di 43 persone e a loro e alle loro famiglie va il primo pensiero.  

La reazione alla tragedia

Erano le 11,36 del 14 agosto 2018, quando sotto una pioggia incessante 250 metri di ponte Morandi, il viadotto autostradale che collega la A7 con la A10, crolla insieme alla pila di sostegno, la numero 9. Le vittime saranno 43. Oltre al blocco della viabilità urbana, ferroviaria e autostradale, il disastro impone a 566 residenti nelle case presenti sotto la pila 10, di dover definitivamente abbandonare la propria casa per motivi di sicurezza. Erano le 11,36 del 14 agosto 2018, quando sotto una pioggia incessante 250 metri di ponte Morandi, il viadotto autostradale che collega la A7 con la A10, crolla insieme alla pila di sostegno, la numero 9. Le vittime, racconta l’Agi, saranno 43. Oltre al blocco della viabilità urbana, ferroviaria e autostradale, il disastro impone a 566 residenti nelle case presenti sotto la pila 10, di dover definitivamente abbandonare la propria casa per motivi di sicurezza.  “Dopo il terremoto di qualche anno fa, Ischia ha 1600 sfollati- aggiunge Toti-. Sappiamo la situazione del centro Italia dove si vive ancora nelle casette, dopo il terremoto. A Genova gli sfollati del Morandi, vero che erano molti meno, ad un mese dal disastro avevano già le case. Così come è vero che i nostri porti segnano numeri addirittura record rispetto al pre-ponte: vuol dire che nessuna delle imprese, degli operatori ha ceduto nemmeno un momento. I numeri ci dicono, insieme all'atteggiamento e allo sguardo dei genovesi, che la città ha saputo reagire. Anzi, che ha saputo fare di una terribile tragedia un'opportunità”. Certo, “si può sempre fare meglio. però è vero che talvolta il meglio è nemico del bene”. Toti crede che “si sia fatto bene tutto: oggi il ponte è in costruzione, in mano ad imprese molto serie di cui ci fidiamo”  E “in porto si stanno operando centinaia di milioni di euro di investimenti, la via della Superba è aperta, funziona e ha sgravato il traffico di un pezzo della città, i cantieri sono stati accelerati, gli indennizzi vengono pagati prima di un anno dalla ricorrenza che è una cosa totalmente inusuale visto che c'è gente in questo Paese che aspetta indennizzi per 4-5-6 anni. Da questo punto di vista c'è poco di cui possiamo rammaricarci e poco di cui dispiacerci. Credo che nel “post ponte” sia andato tutto bene. Resta solo l'amarezza per un fatto che non sarebbe dovuto accadere”.

Ritardi e burocrazia

Il 15 agosto il Consiglio dei ministri dichiara lo stato di emergenza per Genova e nomina il governatore della Liguria, Giovanni Toti, commissario straordinario. Il 18 agosto viene decretato un giorno di lutto nazionale e, nella stessa data, vengono celebrati i funerali di Stato per le vittime. La cerimonia è presieduta dal cardinale e arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, e dall'Imam di Genova Salah Hussein, alla presenza delle massime cariche dello Stato, delle autorità locali e di oltre 9mila persone. Coincidenza vuole che quel giorno venga estratto il corpo dell'ultima vittima. A fine agosto, vengono consegnati i primi alloggi agli sfollati: a fine 2018 tutti ottengono una sistemazione. La dimensione e la gravità dei fatti spingono nel frattempo il Governo a prendere in considerazione un processo di revisione globale del sistema delle concessioni da parte dello Stato, ipotizzando anche la revoca di quella ad Autostrade per l'Italia: il dibattito è ancora in corso. Il 28 settembre 2018, sottolinea l’Agi, viene pubblicato il decreto Genova che conferisce amplissimi poteri al Commissario per la ricostruzione: per ricoprire l'incarico viene scelto il sindaco di Genova, Marco Bucci, nominato il 4 ottobre. Intanto, la Procura di Genova, che subito dopo il disastro aveva aperto un'inchiesta per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, nonché mancato rispetto della normativa anti infortunistica, rende noti gli indagati: sono 73 tra persone fisiche e società. Tra loro vertici di Aspi, Spea, funzionari del Mit e del provveditorato alle opere pubbliche. L'indagine è coordinata dai pm Walter Cotugno e Massimo Terrile. Nel frattempo, evidenzia l’Agi, sono in corso i due incidenti probatori: il primo per valutare le condizioni della struttura prima del crollo, il secondo per dirimere le cause del disastro. Nel frattempo il Morandi viene demolito: con l'esplosione controllata del moncone est, avvenuta alla presenza dei vicepremier Di Maio e Salvini lo scorso 28 giugno. Per la realizzazione del nuovo viadotto, nato da un'idea di Renzo Piano, è al lavoro la società Per Genova, composta da Fincantieri, Salini Impregilo e Italferr. Saranno 1067 i metri della “travata” continua che costituirà l'impalcato di acciaio; 18 le pile in cemento armato e 19 le campate che costituiranno la travata continua dell'opera. La deadline per transitare sul nuovo viadotto è la primavera del 2020.