Tria, un economista pro-flat tax

E'stato sicuramente il Ministero più controverso che, fino all'ultimo, ha rischiato di far saltare il governo Lega-M5s per l'impasse politico generato attorno al nome di Paolo Savona. Alla fine, il dicastero dell'Economia e della Finanza è stato affidato comunque a una figura tecnica, Giovanni Tria, preside della facoltà di Economia presso l'Università di Tor Vergata ed ex presidente della Scuola nazionale dell'amministrazione (Sna It) e, in un certo senso, più moderato del prof. Savona, pur se in una visione comunque critica nei confronti non tanto dell'Unione europea quanto della Germania e (come il neoministro delle Politiche comunitarie) della moneta unica. Settant'anni, laurea in Giurisprudenza alla Sapienza nel 1971, è stato consulente economico del gruppo di lavoro di Forza Italia nel 2005 ma, nonostante la sua nomina a ministro, Tria ha percorso più la via accademica che quella politica, dedicandosi alla consulenza e alla ricerca, oltre che di commentatore attraverso la collaborazione con giornali come 'Il Foglio' e siti web come 'Formiche.it'.

Pro Flat tax

Nei giorni precedenti alla formazione dell'esecutivo giallo-blu (e non giallo-verde, come sottolineato dalla Lega di Salvini) la posizione di Tria non è stata particolarmente favorevole al contratto di governo stilato dall'asse di maggioranza, specie per quanto riguarda le coperture, mostrandosi più propenso alla flat tax che al reddito di cittadinanza poiché, nel primo caso, “si porrebbe l'obiettivo di una riduzione della pressione fiscale”, mentre nel secondo ci si troverebbe con “un'indennità di disoccupazione un poco rafforzata e magari estesa a chi è in cerca di primo impiego”. La visione di Tria, dunque, si mostra favorevole allo sblocco delle clausole di salvaguardia che finanzierebbero la flat tax (aumento dell'Iva per ridurre le tasse): “Ritengo che in Italia – ha scritto su 'Formiche' – si debba riequilibrare il peso relativo delle imposte dirette e di quelle indirette spostando gettito dalle prime alle seconde”.

Euro e pressione fiscale

Per quanto riguarda le politiche europee, l'economista si è sempre mostrato critico nei confronti del surplus della Germania, in quanto ritenuto un deterrente alle convergenze economiche dell'eurozona. In riferimento a un articolo a firma Savona e La Malfa, nel dicembre 2016, Tria aveva commentato definendolo “un’analisi economica seria, non una battuta di politici anti-euro, ma di due eminenti economisti con i quali peraltro concordo in pieno”. Dal punto di vista della politica economica interna, invece, il nuovo titolare di Via XX settembre ha riservato critiche nei confronti dei precedenti governi, sottolineando in un editoriale apparso sul 'Foglio' che “destra e sinistra hanno fatto un po’ il loro tempo anche in politica fiscale” e che in Italia “ha prevalso sempre, anche se in varia misura, il primo schema, quello cosiddetto progressista, al di là del segno politico dei governi… Il risultato è stato l’espandersi di spesa e pressione fiscale”.