Tria: “Fitch? Li convinceremo”

Tra poco non ci sarà più il problema di convincere su azioni future, ma ci saranno le azioni” per rassicurare le agenzie di rating. Così il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, commentando la revisione da stabile a negativo dell'outlook sull'Italia da parte dell'agenzia Fitch che ha lasciato il rating fermo a “BBB”.

Dalle parole ai fatti

“Il mantenimento del rating, come il rinvio del giudizio da parte di Moody's, significa che le agenzie di rating stanno aspettando le azioni del governo” ha spiegato da Shangai. “Poiché – ha aggiunto – il programma di governo che si sta mettendo a punto risponde alle linee che sono già state più volte espresse ufficialmente, sia dal presidente del Consiglio e sia da me, sia a giugno e sia ad agosto, evidentemente questo non ha convinto perché erano dichiarazioni”, ha rimarcato il ministro. Con l'arrivo dei documenti ufficiali del governo, “penso – ha proseguito Tria – che questi giudizi verranno corretti e verranno corretti in senso positivo“, poiché' “sono giudizi che non si basano su situazioni di fatto, ma si basano su attribuzioni di intenzioni al governo, che evidentemente differiscono dalle intenzioni dichiarate dal governo”. Tria ha poi chiarito che di non volere esprimere “alcuna critica” alle agenzie di rating che “molto correttamente hanno sospeso il loro giudizio in attesa di vedere i fatti”. 

Il giudizio

Sul giudizio di Fitch pesa il prospettato allentamento di bilancio, ha sottolineato l'agenzia di rating, che renderà il già elevato debito pubblico “più esposto” rispetto a potenziali shock. E se le probabilità che l'Italia esca dell'Unione europea o che venga creata “una moneta parallela” all'euro “sono basse”,
secondo Fitch “aumentano dal 2019 le chance di un voto anticipato“. A rendere l'Italia più a rischio downgrade, “la natura nuova e non collaudata del governo, le considerevoli differenze politiche fra i partner della coalizione e le contraddizioni tra gli elevati costi dell'attuazione degli impegni presi nel 'Contratto' e l'obiettivo di ridurre il debito pubblico”. A ciò si aggiunge “l'avversione di alcune parti del governo nei confronti dell'Ue e dell'euro”. Fitch stima per il 2018 un deficit all'1,8% del Pil, più alto di 0,2 punti rispetto alle stime del governo. Nel 2019 il deficit salirà al 2,2% del Pil. Quanto ai provvedimenti del governo, Fitch segnala, in particolare, “un effetto limitato sulle dinamiche del mercato del lavoro” con il Decreto dignità.