Tajani sferza il Governo: “Il problema è Roma, non l'Ue”

Dopo l'uscita del vicepremier Luigi Di Maio sul fatto che “questa Europa finisce tra sei mesi”, l'eco della polemica arriva dritta dritta a Cernobbio, dove è in corso il Forum Conftrasporto. Il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, tra i relatori dell'iniziativa sulle sponde del lago di Como, scandisce: “Il problema non è l'Europa ma a Roma”.

“Le banche deboli sono un problema”

Il numero due forzista ha quindi spiegato: “La nuova Commissione Europea ci sarà alla fine dell'anno, ma il problema non è né Junker né Moscovici, che comunque farebbero bene a starsene zitti, il problema sono i mercati e la manovra che è fatta male“. Di qui il suo avviso: “Se non si fa un cambio di direzione della manovra stiamo attenti perché già dicono 2,4% con un tasso di crescita dell'1,5%, ma se la crescita non è 1,5 ma 1,1%, arriveremo con il deficit al 2,9% del Pil, come indicato da Confcommercio”. Se il Governo non inverte la rotta sulla manovra – argomenta Tajani – “significa che poi il debito pubblico aumenta, che le banche dovranno pagare di più il denaro e se lo pagano di più non possono erogare prestiti alle imprese e alle famiglie“. E ancora, il presidente dell'Europarlamento ha spiegato che “se le banche si indeboliscono, così come le nostre imprese, se non possono ottenere credito, perdono di peso e diventano oggetto di interesse straniero come successo a Candy e a Versace“. “E' elementare che le imprese vadano aiutate – conclude – non bisogna essere laureati in economia per capirlo”.

Tajani: “Italia sotto attacco”

Il vicepresidente di Forza Italia ammette poi, come sostengono i movimenti sovranisti ed euroscettici, che il nostro Paese sia attualmente sotto attacco. Sottolineando che “il problema non è Bruxelles o lo spread, il problema sono i conti degli italiani”, Tajani ha spiegato: “Siamo sotto attacco e invece di alzare le difese mi pare che le si abbassino”. Dunque ha proseguito: “Già stanno aumentando i tassi variabili dei mutui e se aumenta il debito pubblico e le agenzie di rating decidono di declassare l'Italia anche di un solo gradino si spaventano tutti gli investitori”. Secondo Tajani, che fa allusione a un'altra uscita di Di Maio, “non è questione dei giornalisti o dei politici, i grandi investitori hanno i loro centri studi e non hanno bisogno di ascoltare la dichiarazione di un politico od i leggere un editoriale su un giornale“. “Sanno benissimo come vanno le cose – prosegue – e la manovra, che non è espansiva, non dà sostegno alle imprese, non ha la flat-tax ma solo il reddito di cittadinanza, che è uno sperpero di denaro che non crea lavoro”. “Dicono no alla Tav, no alla Tap, no al Terzo Valico, no alla gronda – sottolinea – è una manovra che, anche un bambino si può rendere conto, non fa il bene dell'Italia né degli italiani. Il rischio è che peggiorando ulteriormente le cose i conti in tasca agli italiani saranno sempre più magri”.

Salvini: “Nessuna lezione da Pd e Fi”

In mattinata era arrivata dall'altro vicepremier Matteo Salvini una risposta alle critiche incessanti di Forza Italia nei confronti della manovra finanziaria e del Governo. Il ministro dell'Interno aveva risposto a Rtl 102.5 a chi gli chiedeva un commento all'invito di Forza Italia alla Lega a rompere con il M5s: “Sono curiose le lezioni su come si governa da parte di chi ha governato negli ultimi anni con risultati non particolarmente brillanti“. E poi ancora: “Penso soprattutto al Pd e a Renzi che ogni mattina mi dà lezione su cosa dovrei fare, ma anche Forza Italia, ha fatto il patto del Nazareno, ha governato qualche anno con Monti, con Letta e con Renzi e i risultati economici non mi sembrano straordinari”. Dunque, conclude Salvini, “io ascolto i preziosi consigli che arrivano da Tajani e da tutti gli altri, però ho un contratto di governo sottoscritto con Di Maio e gli italiani e a questo mi rifaccio”.