Strage del Gargano, Minniti: “La risposta dello Stato sarà durissima”

La strage di San Marco in Lamis non può lasciare indifferente lo Stato italiano che, nel rispondere a quanto accaduto sul Gargano, opterà per una linea ferrea. Questo quanto spiegato dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, recatosi a Foggia per partecipare al Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica: “La risposta dello Stato sarà durissima – ha detto il guardasigilli -. È una questione che riguarda il Paese il contrasto a crimine in questa provincia per i cittadini e i turisti. Qui è forte l’influenza del traffico di droga con l’Albania. Le misure da mettere in campo seguono tre filoni d’intervento. I sindaci sono alleati e parte attiva in una battaglia di civiltà con una rivolta morale dei cittadini”. Il titolare dell’Interno ha condannato fermamente l’uccisione “di due civili inermi e innocenti”, massacrati per essere stati involontari testimoni dell’assassinio dei due pregiudicati nel mirino dei killer.

Minniti: “Riunioni ogni due mesi”

Per combattere la criminalità organizzata del luogo che, come spiegato dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, agisce nel territorio da oltre 30 anni (durante i quali sono stati compiuto 300 omicidi, l’80% dei quali impuniti), Minniti ha annunciato l’arrivo di rinforzi che, al termine del vertice, sono stati quantificati in 24 carabinieri dei “cacciatori di Calabria”. Inoltre, dal 16 agosto, in provincia di Foggia arriveranno 192 unità aggiuntive, oltre all’uso delle migliori tecnologie, comprese quelle satellitari. A ogni modo, come già specificato dal Procuratore, occorrerà intensificare la vigilanza e l’efficienza investigativa: un obiettivo per il quale verrà presto un protocollo d’intesa con il Pon Sicurezza e il Por della Regione Puglia per sperimentare in provincia di Foggia le tecnologie migliori contro il crimine. A tal proposito, ha specificato il ministro, verranno effettuate “ogni due mesi delle riunioni per fare il punto della situazione”.

La mafia foggiana

Il capo del Viminale ha parlato anche del tipo di criminalità che lo Stato ha il dovere di combattere nel Gargano: “Abbiamo di fronte – ha detto – un’organizzazione criminale dalle caratteristiche mafiose, che potremmo definire un ibrido: perché si tratta di una struttura chiusa fortemente, tenuta insieme da principi di omertà, ma con caratteristiche di tipo gangheristico”.