Salvini: “Una manovra trumpiana per la flat tax”

L'Italia è il primo, più credibile, più solido interlocutore degli Usa nell'Unione europea”. Lancia ancora una sfida a Bruxelles Matteo Salvini, e stavolta sceglie la cornice degli Stati Uniti, dove si è recato in visita incontrando il segretario di Stato, Mike Pompeo, e il vicepresidente Mike Pence. A proposito dello staff trumpiano, del presidente parla in toni di elogio, toccando peraltro temi di strettissima attualità a livello geopolitico, spiegando di condividere “le preoccupazioni dell'amministrazione americana sia nei confronti della Cina che nei confronti dell'Iran. La posizione del'Italia con l'Iran è già cambiata: nessuno si può permettere di dire di voler cancellare uno stato dalla faccia dalla terra, come Israele, e avare relazioni normali”. E insiste: “L'Italia è il più grande Paese europeo con cui gli Stati Uniti possono e vogliono dialogare. Sono qui per aprire un canale che può essere enorme, e di grandissimo interesse per entrambi”.

Cina e Russia

Dell'amministrazione Trump parla descrivendo “visioni e soluzioni comuni”, sostenendo di aver confermato agli americani la tenuta del governo, nonostante le intemperanze a livello politico che hanno contraddistinto gli ultimi mesi dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. E le “visioni comuni” con gli americani si inseriscono anche in questioni oltre confine, come le relazioni con la Cina: “Il business non è tutto – ha detto il vicepremier italiano -. Porta benefici a medio termine che poi possono diventare una gabbia. La penso come Trump sulla sicurezza, e sui dati degli italiani e la loro sicurezza non si transige”. E, a proposito di Cina, secondo Salvini “sarebbe un errore strategico sia commerciale sia geopolitico allontanare la Russia dall'occidente per lasciarla nelle braccia dei cinesi. Bisogna fare di tutto per riportarli al tavolo e io preferisco ragionare che tornare all'asse Mosca-Pechino”.

Unione europea

Negli Stati Uniti, il vicepremier parla anche di flat tax, per la quale auspica “una manovra trumpiana”. Poi spiega: “Le risorse ci devono essere. Non è una scelta: al massimo si possono rimodulare i tempi”. Restano tuttavia molte perplessità, non solo quelle delle altre forze politiche ma uno scenario europeo che non sembra favorire questa soluzione. E su questo punto Salvini spende parole dure: “L'Unione Europea ha ammazzato un popolo e spalancato le porte alla Cina. L'Italia non è la Grecia e Bruxelles se ne farà una ragione. Faccio parte di un governo che in Europa non si accontenta più delle briciole”. E ribadisce: “L'ostinazione dell'Ue sui vincoli, sull'austerità non aiuta. Per questo ci apprestiamo a trattare con l'Unione europea da pari a pari senza timori reverenziali”.