Pd, ancora caos sulle liste

Io fuori? Così pare… Non ho avuto nessuna rassicurazione ma è evidente che non si possono accettare veti. Sentiremo la direzione”. Parole emblematiche quelle di Cesare Damiano, rilasciate ai cronisti in ingresso alla sede del Nazareno per la direzione che dovrebbe fornire una visione più o meno chiara delle liste ufficiali del Partito democratico per le elezioni del prossimo 4 marzo: il clima di incertezza in casa dem è ancora molto accentuato con le parti (quelle di Renzi, Orlando ed Emiliano) che sembrerebbero ancora distanti. Nessun incontro con Orlando nel pomeriggio, contrariamente a quanto diffuso inizialmente: a riferirlo è stato il portavoce di Matteo Renzi, Marco Angioletti, il quale ha parlato di una notizia “completamente priva di fondamento”. L'impressione è che sull'accordo ci sarà ancora da lavorare: le liste saranno presentate lunedì ma sullo scioglimento dei nodi fra le tre branche del Pd sembrano esserci ancora dei dubbi. Una soluzione, solo paventata, sembrerebbe essere il restringimento delle caselle. Nella sede dem si continua a trattare.

La giornata al Nazareno

Sono servite a poco le riunioni fiume andate avanti tutta la notte nella sede di Largo del Nazareno: gli incontri tra il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, con le aree di Michele Emiliano e Andrea Orlando si sono di fatto concluse con un nlla di fatto, tanto da far slittare la presentazione della candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano. Le trattative sono tuttora in corso, con la seduta della direzione nazionale, inizialmente prevista per le ore 16, posticipata ulteriormente (alle 20, poi alle 22.30) per consentire al leader del Pd di trovare un'intesa con l'ala del partito guidata dal ministro Orlando. L'arrivo di Boschi nella città altoatesina, a questo punto, slitta a lunedì prossimo: “Dobbiamo individuare i candidati migliori per ogni collegio – ha spiegato il senatore Andrea Marcucci a 'Skytg24 -, tenendo conto di tutte le esigenze di una coalizione che sarà ovunque competitiva. Nessun psicodramma in corso, qualche ora di tempo in più per arrivare all'obiettivo”.

Proposta insoddisfacente

E' stata una giornata intensa al Nazareno, dove si sono susseguiti incontri e mini-vertici fra i vari esponenti del Partito democratico, molti dei quali ancora in dubbio sulle liste che saranno presentate alle prossime elezioni. L'intento è cercare di far convergere gli interessi dei tre schieramenti interni, motivo per il quale Renzi continua a trattare con i reticenti della minoranza dem: la proposta, al momento, è la garanzia di circa 15 seggi sicuri per l'area Orlando e di altri 6 o 7 per quella di Emiliano. Un'offerta giudicata insoddisfacente da entrambe le parti.

Giachetti: “Rinuncio al plurinominale”

In piena impasse politica è intervenuto anche il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, che in un post su Facebook si è rivolto al segretario del partito spiegando che “in tutti i prospetti che girano sulle candidature c'è una casella sul proporzionale con un nome certo: Giachetti. Sarei ipocrita se ti dicessi che la cosa non mi faccia piacere: penso che, in qualche modo, sia il riconoscimento di un impegno nel partito, e più in generale in politica, che mai mi era stato riconosciuto in passato. Di questo non posso che ringraziare”. L'ex aspirante sindaco di Roma, però, ha anche sottolineato come tale casella “non corrisponde alla mia storia, alla mia cultura, al mio sentire… Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato. Non lo voglio. Penso che sia mio dovere fare l'unica cosa che potrebbe rappresentare un valore aggiunto per il centro sinistra, e non la penalizzazione di un vero rinnovamento. Non voglio essere un tappo. Non sarò un tappo. Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute. Ti chiedo di lasciarmi libero di giocarmela senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie”.