Patronaggio: “Il pericolo sono gli sbarchi fantasma”

Un “ufficio di frontiera che ha svolto il ruolo di bastione della legalità”, controllando “per quanto riguarda Lampedusa una delle porte d'accesso dell'Europa”. Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento descrive così il ruolo che ha svolto negli ultimi anni nella procura siciliana. Chiamato a riferire alla commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera dei deputati, il procuratore agrigentino ha snocciolato una ad una tutte le sue riserve sul decreto-legge numero 53 del 2019, il decreto sicurezza bis come viene chiamato giornalisticamente.

Gli sbarchi fantasma

“Da quella che è la mia esperienza sul campo il pericolo maggiore per la sicurezza pubblica non arriva tanto dai gommoni che arrivano dalla Libia, ma è costituito dagli sbarchi fantasma, sia per la composizione etnica” di chi è a bordo, sia perché questi barche di fortuna che partono spesso dalla Tunisia hanno spesso a bordo “soggetti con problemi giudiziari”, tra cui anche delle potenziali accuse di terrorismo, ha spiegato il procuratore della Repubblica. “Tenete conto che la Sicilia è collegata regolarmente con due traghetti a settimana a Tunisi, per cui i soggetti che prendono la via degli sbarchi fantasma hanno tutto l'interesse a non farsi identificare”. Una situazione completamente diversa da quello che si verifica con gli sbarchi che riguardano le navi ong o i barchini che partono da Tripoli, sottolinea Patronaggio: “Tenete conto che lo sbarco del gommone proveniente dalla Libia”, così come quello dei naufraghi recuperati dalle navi delle organizzazioni non governative, “comunque necessita della identificazione completa ti tutti gli immigrati”, contenuta in una banca dati internazionale. Proprio nei giorni della crisi relativi all'impasse intorno alla nave delle Sea-Watch 3, in silenzio oltre 200 immigranti sono sbarcati con vari mezzi, grazie ai salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini.

Le navi ong

“Nel distretto di Agrigento, abbiamo avuto nel 2017, 231 sbarchi con 11159 immigrati, nel 2018 218 sbarchi e 3900 immigrati; nel primo semestre del 2019 abbiamo soltanto 49 sbarchi e 1084 immigrati. Di questi sbarchi quelli riferibili alle azioni di salvataggio delle navi delle ong sono una porzione assolutamente minore e per quello che riguarda il 2019, addirittura, statisticamente irrilevanti”, ha illustrato il Procuratore. “Le intenzioni del decreto, ovvero inasprire e rendere più efficaci le procedure contro i trafficanti di uomini sono assolutamente condivisibili. Apprezzo la possibilità di ricorrere ad intercettazioni preventive e il potenziamento delle azioni di copertura. Viceversa devo registrare criticità verso l'introduzione dell'illecito amministrativo. Appare chiaro, tuttavia, che l'introduzione del dell'illecito amministrativo -che obbliga le navi delle organizzazioni internazionali a delle sanzioni pecuniarie per ogni immigrato trovato a bordo- è stato introdotto per fronteggiare l'azione di soccorso delle ong. Prima dell'introduzione di questa norma le operazioni di salvataggio e di recupero dei migranti erano del tutto lecite e in perfetta linea con il diritto del Mare e dalle convezioni sottoscritte dal nostro Paese”, conclude Patronaggio.

Le chiamate

“Per quella che è la mi esperienza” e quelle con cui collabora la procura di Agrigento, “finora non abbiamo trovato la prova di collusioni tra i trafficanti di esseri umani. Questo non significa che non si possano registrare dei contatti e delle telefonate”, ha raccontato il Procuratore: “Molte volte arriva la telefonata dal parente che ha un immigrato sul barcone”, che chiama sollecitando i soccorsi. “Può essere che questo contatto avvenga, ma non è penalmente rilevante, Un contatto penalmente rilevante sarebbe una telefonata del tipo: 'stiamo partendo, venite a prenderci', ha concluso il procuratore.