Pasta e riso: da oggi si vedrà l'origine sull'etichetta

Da oggi i consumatori italiani potranno verificare l'origine delle materie prime utilizzate nel riso e nella pasta. Entra in vigore, infatti, l'obbligo di etichetta d'origine nelle confezioni dei due prodotti approvato da due decreti interministeriali.

Il “Pasta Day” della Coldiretti

L'obbligo, già in vigore per quanto riguarda latte e derivati, è stato salutato da Coldiretti con un “Pasta Day”. Secondo Coldiretti Abruzzo, questa iniziativa “mette fine all’inganno dei prodotti importati, spacciati per nazionali, in una situazione in cui un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, come pure un pacco di riso su quattro senza che questo fosse fino ad ora indicato in etichetta”.

Ancora la Coldiretti rende noto che “l’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del territorio. Escono finalmente dall’anonimato e saranno riconoscibili nelle etichette della pasta 4,3 miliardi di chili di grano duro italiano che insieme ai 1,5 miliardi di chili di riso garantiscono all’Italia il primato in Europa”.

Già il Tar del Lazio aveva precisato come sia “prevalente l’interesse pubblico ad informare i consumatori considerato anche l’esito delle consultazioni pubbliche circa l’importanza attribuita dai consumatori italiani alla conoscenza del Paese di origine e/o del luogo di provenienza dell’alimento e dell’ingrediente primario”.

Le diciture

Secondo quanto previsto dal decreto le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno d’ora in poi avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e quello di molitura; se proviene o è stato molito in più Paesi possono essere utilizzate, a seconda dei casi, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

Polemica politica

Non manca, tuttavia, la polemica politica. “L’obbligo di indicazione dell’origine della materia prima nelle etichette di pasta e riso è una iniziativa unilaterale del governo italiano che impone alle nostre imprese un ulteriore fardello burocratico, che le altre imprese europee concorrenti non hanno e che nulla dice sulla qualità della pasta”. Lo afferma Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue a Montecitorio e candidata capolista nella circoscrizione Puglia 2 alla Camera.

“Proteggere il Made in Italy – afferma Maurizio Martina, ministro dell'Agricoltura – significa puntare sulla massima trasparenza delle informazioni in etichetta ai cittadini. Per questo abbiamo voluto con forza sperimentare l'obbligo di indicare espressamente sulle confezioni di pasta e riso il luogo di coltivazione”.