Nervi tesi tra comunità ebraica e palestinese

Èun 25 aprile divisivo quello che si prepara a vivere la città di Roma. La scia delle polemiche dello scorso anno non si discioglie, anzi si solidifica con nuove accuse e prese di posizione. Le tensioni del Medio Oriente tra Israele e Palestina rivivono in una versione tutta italiana che coinvolge anche l'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani). Questi ultimi il 10 aprile scorso, grazie alla mediazione del Campidoglio, avevano provato ad appianare gli attriti del passato promuovendo con la comunità ebraica romana un corteo unitario. Il proposito è destinato però a rimanere tale, perché la comunità palestinese di Roma annuncia: “Parteciperemo al corteo sfilando con le kefieh e le bandiere palestinesi e rilanciamo l'appello a tutti i sinceri antimperialisti, antifascisti, antirazzisti, antisionisti, a tutte le resistenze internazionali alla partecipazione”. Nella nota si esprime anche l'augurio che “anche il popolo palestinese possa un giorno festeggiare il suo 25 aprile” e si precisa che la lotta palestinese non ha connotati religiosi e che “gli ebrei sono sempre stati nostri fratelli”.

Rottura

Passaggio conciliante che non ha convinto la comunità ebraica, rimasta sul piede di guerra, tanto da annunciare: “L'Anpi, nonostante gli accordi non ha voluto prendere una posizione ufficiale e definitiva in merito a presenze organizzate di associazioni palestinesi e filopalestinesi con simboli estranei allo spirito del 25 aprile. Non basta una nota ambigua in cui si invitano tutti a partecipare, perché in questa giornata bisogna portare rispetto alla Storia e ai suoi protagonisti. L'equidistanza tra i simboli di chi combatteva con i nazisti e quelli della Brigata Ebraica è inaccettabile e antistorica e se l'Anpi non ha la forza e la volontà di delegittimare la presenza di questi gruppi viene meno il senso di una manifestazione unitaria. Siamo grati alla Sindaca di Roma Virginia Raggi per l'impegno profuso in questi mesi nel tentativo di favorire un corteo unitario in occasione di questa Festa e ci rammarichiamo che, nonostante l'impegno dell'amministrazione, non sia stato possibile tornare a corteo unitario, ma purtroppo non ci sono le condizioni”. 

Mediazione fallita

In effetti il Campidoglio una posizione mediana aveva provato a prenderla. “Lo spirito unitario della resistenza italiana è alla base della nostra Costituzione – si legge in una nota di Roma Capitale -. A questo, e non ad altro, è dedicata la manifestazione di mercoledì che auspichiamo veda sfilare finalmente insieme Anpi e Comunità ebraica a Roma. Respingiamo ogni tentativo di strumentalizzazione della manifestazione per rivendicazioni diverse da quelle indicate dagli organizzatori stessi”. Anche lo scorso anno finì con due cortei separati: uno dell'Anpi e uno della comunità ebraica romana. Epilogo che si ripeterà anche domani.