‘Ndrangheta in Lombardia: l’ex assessore Zambetti condannato a 13 anni

L’ex assessore regionale lombardo Domenico Zambetti è stato condannato a 13 anni dal Tribunale di Milano con l’accusa di aver comprato quattromila voti alla ‘ndrangheta per le elezioni del 2010. I giudici hanno inflitto pene fino a 16 anni e mezzo di carcere. Assolto Alfredo Celeste, ex sindaco di Sedriano, il primo Comune del milanese sciolto per mafia. Inflitti 12 anni ad Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi, e 16 anni e mezzo a Eugenio Costantino, referente della cosca Di Grillo-Mancuso. “Non ho proprio un’idea di cosa sia la mafia, secondo me non esiste, proprio non esiste. Se io sono uno ‘ndranghetista, allora la mafia non esiste, è tutta un’invenzione”, ha detto Costantino, dopo la lettura della sentenza.

L’ottava sezione del Tribunale di Milano, presieduta da Luisa Balzarotti, ha condannato anche Ciro Simonte, ritenuto uomo di Costantino, a 11 anni di carcere e ha assolto con formula piena, assieme all’ex sindaco di Sedriano, il medico Marco Scalambra. Per i due però è stata disposta la trasmissione degli atti alla Procura in relazione all’appalto per il verde a Sedriano, così come saranno trasmessi gli atti anche per Vincenzo Giudice, ex presidente del consiglio comunale di Milano all’epoca di Letizia Moratti e intercettato nell’ambito dell’inchiesta.

Il collegio ha inflitto pene severe, anche superiori a quelle chieste dalla Procura. Il pm Giuseppe D’Amico, ora aggiunto a Busto Arsizio e sostituito dalla collega Alessandra Cerreti, per Zambetti aveva proposto 10 anni di carcere in quanto non aveva ritenuto sussistente il concorso esterno in associazione mafiosa. Concorso che invece il Tribunale ha riconosciuto assieme ai reati di corruzione e voto di scambio e che ha portato a una condanna a 13 anni e mezzo di carcere per l’ex assessore alla casa, nei cui confronti è stata dichiarata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la libertà vigilata per tre anni che scatta una volta espiata la condanna.

Identiche misure di sicurezza e pene accessorie sono state disposte per Costantino, Crespi e Simonte. Le accuse a vario titolo vanno dall’associazione di stampo mafioso, alla corruzione, dal voto di scambio all’estorsione fino alla detenzione illegale di armi. Zambetti, secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, avrebbe comprato 4 mila voti da Costantino al prezzo di 200 mila euro versati in più tranche, per le regionali del 2010. Quanto alle parti civili, la Regione si è vista riconoscere un risarcimento complessivo di 900 mila euro, il Comune di Milano di 650 mila e l’Aler di 350 mila euro. Tali somme dovranno essere versate dai quattro condannati che nell’ottobre 2012 furono arrestati con altre persone, già condannate in abbreviato, nell’ambito di una operazione dei carabinieri di Milano e coordinata dalla Dda sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia.