Movimento 5 Stelle, Di Battista: “Vogliamo un referendum sull’euro”

A pochi giorni dal referendum che ha bocciato la riforma costituzionale, portando Matteo Renzi a rassegnare le dimissioni al Quirinale, Alessandro Di Battista, esponente del Movimento 5 Stelle, invoca un altro referendum, questa volta sulla moneta unica. “Euro ed Europa non sono la stessa cosa. Vogliamo semplicemente che gli italiani decidano sulla moneta”, dichiara il pentastellato in un’intervista a Die Weltdal ribadendo la volontà del Movimento di correre per vincere. Alla domanda se lui si senta personalmente pronto a governare risponde: “Saranno i cittadini a deciderlo. Noi siamo pronti a candidarci e con maggiore determinazione rispetto al 2013″.

Quando gli viene chiesto se il M5S abbia calcolato le conseguenze di un’uscita dell’Italia dall’euro, Di Battista riferisce di conoscere “le conseguenze della sua introduzione, la caduta del potere d’acquisto, dei salari, della competitività industriale, del disfacimento sociale e della disoccupazione”. “Non siamo un movimento antipolitico, né un partito di protesta”, aggiunge. Il sostegno “alle piccole e medie imprese è la ricetta con cui ritrovare la crescita economica”. In concreto propone “diminuzione delle tasse, banche pubbliche che permettano investimenti per queste imprese e il reddito di cittadinanza”.

“Una seria lotta alla corruzione permetterà di finanziare queste iniziative”, conclude. L’intervista compare al fianco di quella all’ex leader dell’euroscettico Ukip Nigel Farage e si inserisce nel dibattito aperto dal quotidiano tedesco due giorni fa sul futuro dell’Europa. “I nemici dell’Europa sono i tecnocrati – aggiunge a proposito Di Battista – noi vogliamo salvare l’Europa dei popoli perché questa non lo è”.

Inoltre, Di Battista, in un post su Facebook, scrive: “Il reddito deve diventare un diritto. Un italiano su due al sud è a rischio povertà. Negli ultimi mesi mi sono dedicato alla battaglia referendaria e, grazie al vostro contributo e alla vostra partecipazione, ce l’abbiamo fatta. Da ora in poi mi concentrerò sul reddito di cittadinanza perché questi numeri drammatici non sono accettabili. Presto tornerò in piazza“. “Il 28,7% degli italiani è a rischio povertà. Al sud si arriva al 46,4% – prosegue -. Eppure per i partiti politici il nemico da abbattere non è l’esclusione sociale ma il M5S. Nessuno di loro sta parlando di quale misura adottare per cancellare la povertà tuttavia tramano per scegliere la migliore legge elettorale per cancellare le possibilità di vedere il M5S al governo. Eccoli qui i ‘professionisti della politica’. Quelli che non possono permettersi di perdere la loro poltrona, il loro titolo da ‘onorevole'”.