Mattarella: “Resta tanto da fare per i bambini in difficoltà”

Resta ancora molto da fare per i bambini”. A dirlo è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in occasione dei trent'anni dall'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha ricordato l'urgenza di “tutelare la vulnerabilità e promuovere la crescita” dei bambini e ragazzi, sebbene “le condizioni in cui vivono bambini e ragazzi abbiano registrato nel mondo e nel nostro Paese progressi importanti”. Questa mattina, Mattarella ha ricevuto al Quirinale una delegazione di Unicef Italia guidata dal presidente, Francesco Samengo, e dal direttore generale, Paolo Rozera. Vi hanno preso parte anche gli ambasciatori Unicef Samantha Cristoforetti e Michele Affidato e una rappresentanza di bambini e ragazzi del progetto Kids Take Over.

Fragilità in casa

Per il capo dello Stato, “molto resta ancora da fare per i bambini che vivono in contesti difficili o in condizioni di fragilità e nell'implementazione dei diritti basilari in un mondo in trasformazione”. Una fragilità che si riflette anche nel settore sociale: secondo quanto dichiarato dall'Organizzazione SOS Villaggi dei Bambini, in Italia sono 27.000 i bambini che vivono senza cure familiari, di cui 14.000 in affidamento e 12.600 nei servizi residenziali per minorenni. Il documento evidenza che oltre 90.000 bambini sono vittime di maltrattamento e si avvalgono dell'apporto dei servizi sociali. 

I bambini e la guerra

Nel suo discorso, il presidente Mattarella ha anche ricordato i minori vittime della guerra. “Non possiamo abbassare il livello di guardia nella tutela dei minori vittime di conflitti armati, di quanti appartengono a minoranze, di coloro i quali necessitano di specifica protezione e sostegno per situazioni di vita o condizioni fisiche” ha detto. Il portale AsiaNews ricorda la piaga dell'estremismo islamico verso i più piccoli in Afghanistan dove due bambini su tre soffrono le ripercussioni del conflitto civile che dilania il Paese dal 2001. Fa eco a questi dati drammatici il rapporto presentato dalla Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), secondo cui dall'inizio della guerra almeno 927 bambini sono morti e oltre 2.000 sono rimasti feriti. Negli ultimi mesi Save the Children ha condotto un sondaggio su 600 adulti e 90 minori nel Paese: ne è emerso che oltre il 90% degli intervistati fuori Kabul ha dichiarato che i propri figli ha avuto contatti con il conflitto, mentre cresce costantemente il numero di bambini che ha paura a recarsi a scuola o a giocare all'aperto. Ciò non fa che confermare le parole del capo dello Stato: “L'indice di progresso di una società si misura dal modo in cui tutela i minori, nonché dalle risorse e dalle scelte che dedica loro. In questo ambito è il futuro stesso della società a essere in gioco” ha concluso.