Mattarella: “Lo Stato si inchina alle vittime”

A27 anni dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, la Repubblica si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe ai familiari”. E' quanto detto stamattina dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai 1.500 studenti presenti sulla Nave della Legalità e a quelli siciliani presenti al porto di Palermo che, in migliaia, si sono riuniti e hanno dato il via alle commemorazioni per i 27 anni dalla morte di Giovanni Falcone. Il Capo dello Stato ha ringraziato “quanti da una ferita così profonda hanno tratto ragione di un maggior impegno civico per combattere la mafia, le sue connivenze, ma anche la rassegnazione e l'indifferenza che le sono complici. I nomi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina sono indimenticabili”. “Nella loro disumanità – ha concluso – gli assassini li hanno colpiti anche come simboli – a loro avversi – delle istituzioni democratiche e della legalità”.

Il discorso alla partenza

Oltre 70.000 gli studenti che affolleranno le piazze di tutta Italia per #PalermoChiamaItalia e, di questi, circa 1.500 sono salpati da Civitavecchia, direzione Palermo a bordo della Nave della Legalità. A salutare la partenza della nave a Civitavecchia, oltre al Presidente della Repubblica, anche il Ministro del Miur Marco Bussetti e numerose autorità. Ieri, il Capo dello Stato aveva così salutato l'iniziativa nata nel 2002. “Cari ragazzi, desidero aggiungere alle considerazioni importanti e significative, degli interventi che abbiamo appena ascoltato, il mio saluto e i miei auguri di buon vento, anzitutto – come ha detto il comandante della guardia costiera – per il vostro viaggio, ma soprattutto per la vostra missione, perché voi assumete un compito. Imbarcandovi in questa nave della legalità, compiendo la traversata, sbarcando a Palermo, lanciate un messaggio: il messaggio che la mafia sarà sconfitta, che sarà debellata definitivamente. Questo vostro messaggio, il vostro impegno, si collegano ad alcune parole di Giovanni Falcone che poc’anzi abbiamo ascoltato, pronunciate da uno di voi. Sono parole che si trovano in evidenza sul sito web della Fondazione Falcone, che ringrazio anch’io per la sua attività. Vorrei ripetere quelle parole: “Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Le idee di Falcone e il suo impegno, le idee di Borsellino e il suo impegno, continuano a camminare – ragazzi – anche sulle vostre gambe. Questo è il significato del vostro viaggio; questo è il messaggio che lanciate. Qualche giorno fa, Giovanni Falcone avrebbe compiuto ottant’anni. Il grande contributo che ha recato – e che continuava a recare – alla lotta contro la mafia è stato colpito ventisette anni fa da quella strage spaventosa in cui è stato assassinato, insieme alla moglie Francesca e a tre servitori dello Stato – di cui poc’anzi abbiamo ascoltato opportunamente i nomi – che lo accompagnavano e che con lui condividevano l’impegno per la giustizia. Tre mesi dopo – come sapete – un’altra strage spaventosa e barbara ha assassinato Paolo Borsellino, legato a Falcone non soltanto come collega ma come amico, e con piena sintonia. E con lui altri cinque servitori dello Stato: quattro uomini e una donna che lo accompagnavano e, anch’essi, con lui condividevano l’impegno per la giustizia. Alla loro memoria rendiamo omaggio – e questo è un altro significato del vostro viaggio – tenendo conto che l’impegno di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino non è scomparso, non si è interrotto, ma è stato assunto da tante altre persone con senso del dovere e senso di responsabilità, e che a queste adesso vi aggiungete voi, per il vostro futuro.Questo vostro messaggio, ragazzi, sarà una risposta forte, significativa, vincente, che potrà sconfiggere la paura, l’omertà, le connivenze, la protervia della mafia. Ragazzi -aveva concluso – fate sempre vostro questo messaggio. Diffondetelo. Buon viaggio e buon impegno!”.

Tema 2019

La manifestazione, promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Fondazione Falcone, ricorda quest’anno il 27esimo anniversario delle stragi di Capaci e di viale D'Amelio, dove persero la vita i giudici Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina. Il tema dell'edizione 2019 di #PalermoChiamaItalia è dedicato alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, firmata a Palermo nel 2000, entrata in vigore il 29 settembre 2003 e ratificata da 189 stati. Ad attendere stamani i giovani al porto di Palermo, c'erano Maria Falcone, Presidente dell'associazione Giovanni Falcone e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Nave della Legalità: storia e missione

Leggi l'intervista al prof. Enzo Ciconte:

“Così la mafia decise di uccidere Falcone”