Passa la fiducia con 95 sì. Forza Italia, Lega e M5s non votano

Tre forze della maggioranza non partecipano alla votazione sul testo che approva le Comunicazioni del presidente del Consiglio

Senato Autonomia
Foto © Ufficio Stampa Presidenza Consiglio Ministri/Image nella foto: Mario Draghi

L’aula del Senato conferma la fiducia al governo approvando la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio presentata da Pier Ferdinando Casini con 95 voti a favore e 38 contrari. La capigruppo è immediatamente convocata. Durante le dichiarazioni di voto, Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle hanno dichiarato che non avrebbero partecipato al voto. Lega e Forza Italia non hanno risposto alla chiama in Senato per il voto di fiducia al premier Draghi,  tranne Andrea Cangini (Fi) che ha votato a favore, mentre il Movimento 5 stelle ha garantito il numero legale, dichiarando la presenza ma non votando la fiducia. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato il Senato ed è rientrato a Palazzo Chigi.

Bernini (Fi): “Non crediamo negli orchestrali stonati”

“Con amarezza ma con la tranquillità di chi ha tentato fino alla fine” di trovare una soluzione “il gruppo di Fi non parteciperà al voto di fiducia solo sulla” risoluzione a firma Casini, ha detto la presidente dei senatori forzisti Anna Maria Bernini “Signor presidente, noi le abbiamo proposto un nuovo patto, noi crediamo nel direttore di orchestra ma non negli orchestrali stonati“, ha detto Bernini. “Il valore di una forza politica – sottolinea – si misura dalla capacità saremmo andati avanti se la cronaca di questi giorni non ci avesse travolti. La crisi ci ha messo difronte a interrogativi a cui non avevamo pensato: una forza politica ha deciso di strappare su un provvedimento che riguardava gli italiani. Lo ha detto lei, si è frantumato il patto di fiducia che ci teneva insieme”. “Fino alla fine Berlusconi – ha spiegato Bernini – e tutti noi abbiamo cercato di dare il nostro apporto alla prosecuzione del governo. Berlusconi è stato il primo a sostenere la necessità che la politica mettesse da parte tattiche per porre al primo posto il bene comune per uscire dalla crisi pandemica, economica e sociale. Abbiamo compreso che non era impresa facile, ma la sintesi di una pluralità. Abbiamo lavorato per costruire e migliorare provvedimenti che parlassero al paese. Non abbiamo mai fatto mancare un contributo positivo in aula e commissioni. Abbiamo sempre cercato mediazione e convincimento operoso. Per 55 volte abbiamo rinnovato la fiducia a lei e al suo governo anche quando il risultato finale non ci soddisfaceva”.

Cangini (Fi): “Voto fiducia in dissenso”

“La demagogia si è mangiata la politica non solo a causa della velleità del M5s, del Partito democratico che pone questioni identitarie, dell’approccio alla politica di Matteo Salvini. Non parlo di Forza Italia per questione di stile. Dopo aver votato la fiducia per 55 volte al governo Draghi e sentito quello che ha detto oggi non v’è un fatto politico che cambi il mio voto. Voterò la fiducia”, ha detto nell’Aula del Senato Andrea Cangini di Fi in dichiarazione di voto sula fiducia comunicazioni del presidente del Consiglio, in dissenso dal suo gruppo.

Gelmini: “Fi ha voltato le spalle agli italiani”

“Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito“, afferma in una nota Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, aggiungendo che “Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini“.  “Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, – ha spiegato Gelmini – apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi”. “Se i danni prodotti al Paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati – ha proseguito il ministro – mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati”.

Candiani (Lega): “Lealtà della Lega mai venuta meno”

“Spiace che non sia stata scelta la nostra risoluzione (perché venisse votata, ndr) e che questo ci abbia messi nelle condizioni di non partecipare al voto per la fiducia su una risoluzione, non a caso firmata da Casini”. Così il senatore della Lega Stefano Candiani nella dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Draghi nell’aula del Senato. E ha aggiunto: “Noi diciamo sì a un governo nuovo fatto dalla Lega e da chi lo voglia sostenere, altrimenti si dia la parola agli italiani”. “La lealtà dei ministri della Lega non è mai venuta meno in tutti i giorni del governo. Noi, presidente Draghi, abbiamo preso nota del suo richiamo sulla democrazia parlamentare ma un Parlamento fatto da transfughi e segnato dalla diaspora del M5s non può garantire stabilità al governo. Il problema non è lei, che è una figura di garanzia e stabilità, ma sono il Pd e il M5s che hanno creato solo fibrillazione in questo percorso”, ha aggiunto. Candiani ha ribadito che ” tutto è naufragato sull’incoerenza del M5s che in questa maggioranza come già avevamo verificato, ha messo solo fibrillazione su fibrillazione”, Candiani ha citato l’ex capo politico del M5s, Luigi Di Maio: “E’ l’esempio di chi ha tradito se stesso: tutto quello che aveva detto l’ha rinnegato, forse non ha tradito solo i genitori”.

Castellone (M5s): “Non partecipiamo”

“Lei, presidente Draghi, aveva detto che un governo di alto profilo non deve identificarsi con nessuna forza politica. Mi permetta di dire che un governo di alto profilo non dovrebbe nemmeno schierarsi nettamente con una forza politica, come invece è stato fatto”. Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sulla questione di fiducia posta dal premier Mario Draghi sulla risoluzione dopo le sue comunicazioni. “Abbiamo letto gli appelli affinché il governo vada avanti e ci meraviglia che questo governo in un momento così drammatico abbia messo in discussione l’andare avanti“, ha dichiarato Castellone. “Oggi non partecipiamo al voto di questa risoluzione”, ha concluso la capogruppo pentastellata al Senato.

Notizia in aggiornamento