Manovra, salta l'intesa in Cdm

Tutto rimandato sulla Manovra, con Italia viva che fa muro e torna a parlare di un governo in bilico, agitando le acque di un Cdm che, al contrario, avrebbe dovuto scacciare qualche nube di troppo. In conferenza stampa, assieme al guardasigilli Alfonso Bonafede, il premier Conte ribadisce: “Non accettiamo e non ci rassegniamo a che si parli di una manovra delle tasse, siamo impegnati a migliorarla, c'è convergenza. Tranquilli, il governo va avanti, Renzi è un pessimista cosmico”. Un risultato l'ha ottenuto il Consiglio dei ministri, che vara la riforma del processo civile che punta “ad una garanzia di maggior efficienza, e quindi di un clima più favorevole agli investimenti e alla business community. L'obiettivo quindi è garantire un servizio della giustizia civile ancora più efficiente e di attrarre più investitori”. Sul tema è intervenuto il ministro della Giustizia, secondo il quale la procedura diverrà più snella, con meno norme: “L'obiettivo è dimezzare i tempi”.

Governo in bilico?

Al momento, però, la tensione resta alta sul tema Manovra, con Italia viva che chiede l'azzeramento di plastic e sugar tax, ottenendo solo (pare) l'ipotesi di un rinvio al 2021. Una variabile che non avrebbe soddisfatto i renziani e fatto saltare il banco nel giorno del rinvio sul Salva-Stati, anche se da Palazzo Chigi chiosano: “Siamo tutti d'accordo che va fatto un ulteriore sforzo per ridurre la tassazione”. Del resto, il quadro tracciato da Matteo Renzi era stato tutt'altro che lusinghiero: “Se si continua così, ci sta che si torna a votare: litigano su tutto – ha detto a Piazza Pulita -. Noi non stiamo litigando. All'incontro di domenica quando hanno litigato noi non c'eravamo”. Al governo, l'ex premier concede “il 50% di possibilità che rimanga in piedi… Rischiano di andare alle elezioni perché in questa fase se si continua a litigare sulle tasse, sulla sugar tax, si rischia. E una tassa sulla plastica non si può fare. Di Maio tira la corda ma non può romperlo. Ma io ripeto: basta, non si può litigare su tutto”. Nel frattempo, qualche passo avanti viene tentato sulle riforme: la Camera conferma la fiducia sul dl Fisco, appoggiando il governo con 310 voti a favore e 199 contrari.