Le Regioni promettono il ricorso alla consulta

E'scontro politico a tutto campo sulla proroga dell'obbligo vaccinale. L'emendamento è contenuto nel dl milleproroghe che dovrebbe essere approvato domani in Senato. Se il provvedimento passasse e si riuscisse a farlo diventare legge prima della pausa estiva, alcune Regioni annunciano il ricorso alla Consulta e leggi regionali ad hoc.

Il segretario Maurizio Martina promette ostruzionismo affinché la proroga non passi: “Siamo pronti anche all'ostruzionismo in Parlamento se il governo, la Lega e i Cinque Stelle non faranno marcia indietro sul folle rinvio dell'obbligo dei vaccini per i bambini. Stiamo parlando della salute dei bambini e non si puo' giocare con i rinvii”. 

Tramite social, Vincenzo De Luca, presidente della Campania, ha esordito:  “Esprimo la netta contrarietà al rinvio dell'obbligo sui vaccini, che rischia di determinare un danno enorme alla salute dei più fragili, e soprattutto di fare arretrare una battaglia che ci ha visti impegnati con determinazione per raggiungere obiettivi di sicurezza per i nostri bambini”.

Sulla stessa linea la governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, nel suo annuncio su Fb: “Noi non arretreremo in questa conquista di civiltà e non scambieremo la salute delle persone per quattro miseri voti di movimenti minoritari, oscurantisti, antiscientifici…”.

Toni accesi da parte di Michele Anzaldi, deputato del Pd: “Di Maio e Salvini, se proprio vogliono continuare a prendere in giro gli italiani giochino con Tav, Tap, Flat Tax ma non con la vita dei bambini e delle persone più deboli e sfortunate. I leader di Lega e M5s sui vaccini giocano col fuoco e rischiano che alla prima disgrazia a essere sensibilizzati siano loro ma dalla magistratura”.

Anche il centrodestra si spacca. Gloria Saccani Jotti, deputata di Forza Italia, scrive che “introdurre un significativo intervallo di tempo tra l'abolizione della norma di legge esistente che, oggettivamente, ha già determinato un significativo miglioramento della copertura vaccinale e quindi dello stato di salute della popolazione e nuove norme ancora da definire per quanto riguarda la loro l'efficacia, significa ignorare il sovraordinato dettato costituzionale secondo il quale la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività”.