La rivolta dei nigeriani che ha spaventato Ferrara

Non è stato un risveglio facile per Ferrara, dopo la notte di disordini tra sabato e domenica avvenuti in zona Gad, ad opera – sembra – di almeno una trentina di nigeriani. Cassonetti scaraventati in strada, urla e minacce alle forze dell'ordine hanno attirato l'attenzione degli abitanti del quartiere popolare per diverso tempo. A scatenare la protesta – riferisce Il Resto del Carlino – è stato l'investimento verso le 20.30 di un nigeriano di 28 anni, inseguito dai carabinieri, da parte di un'auto privata. È stato trasportato in ospedale in condizioni di media gravità, ma è partito un passaparola errato secondo cui era morto, travolto dai carabinieri. Di qui la reazione violenta degli stranieri. L'uomo investito ha riportato un'infrazione vertebrale ed è già stato dimesso ieri pomeriggio dall'ospedale, con prognosi di 18 giorni e la prescrizione del collarino. Successivamente è stato denunciato per spaccio, perchè trovato in possesso di 7/8 grammi di marijuana. 

Salvini: “A Ferrara per mettere le cose a posto”

In queste ore, vengono passate al setaccio le immagini di videocamere di sorveglianza della zona e di smartphone, cercati e sentiti eventuali testimoni. Si cerca di ricostruire quanto accaduto, per un episodio che ha sollevato lo sdegno del ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha annunciato su Fb di essere pronto a venire a Ferrara “per mettere le cose a posto”. Intanto il questore Giancarlo Pallini ha definito la guerriglia di sabato notte “un episodio intollerabile, sul quale faremo luce con tutti i mezzi a nostra disposizione”. La vicenda ha avuto ampia eco. “A Ferrara, zona Gad, si è scatenata una vera e propria guerriglia urbana tra criminali e spacciatori che hanno rovesciato cassonetti in strada e minacciato forze dell'ordine. Subito l'esercito a controllo della zona per fermare una volta per tutte questo degrado: Ferrara non merita di essere ostaggio della mafia nigeriana!“. E' quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. “Ci siamo trovati faccia a faccia con circa 100 nigeriani, non è stato facile”, racconta Nicola Lodi, della Lega. “Ci hanno accerchiato e minacciato e il messaggio è questo: se il ragazzo investito è morto, domani succederà la guerra a Ferrara. Farete una brutta fine”.