L'Italia striglia l'Olanda: “Prenda lei i migranti”

La nave Sea Watch, da sette giorni al largo delle coste italiane, batte bandiera olandese. Di qui l'appello del Governo italiano all'Olanda di prendersi le proprie responsabilità mettendosi a disposizione per accogliere i quarantasette migranti a bordo. “Il Governo della Repubblica Italiana invita il Governo del Regno dei Paesi Bassi a predisporre, con urgenza, gli adempimenti relativi all'organizzazione della presa in carico e del trasferimento in territorio olandese dei 47 migranti a bordo della nave olandese Sea Watch“. E' quanto si legge nella lettera che il Viminale ha inoltrato alla Farnesina per contattare il Governo olandese in merito alla nave attualmente ormeggiata in acque italiane a un miglio dal porto di Siracusa. Il Governo, aggiunge la lettera, “chiede inoltre di poter disporre di ogni informazione in merito alla Ong Sea Watch, con particolare riferimento alla conformità alla legislazione dello Stato di bandiera dell'organizzazione e delle attività della predetta Ong, nonchè delle relative imbarcazioni ed equipaggio”.

Di Maio: “Convoncare l'ambasciatore”

Sulla vicenda è intervenuto Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. “La nave Ong Sea Watch 3 avrà dal Governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Questa nave, come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova ora a pochi chilometri dalle coste italiane. Per questo ritengo opportuno convocare immediatamente l'ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo Governo. Chiederanno, assieme a noi, alla Sea Watch 3 di andare a Marsiglia o li faranno sbarcare a Rotterdam?“. Così il leader politico del M5s su Facebook.

Mons. Pappalardo: “Accogliere le persone sulla Sea Watch”

Si susseguono intanto gli appelli all'Italia a far sbarcare i migranti a bordo della nave Sea Watch. Dopo la disponibilità offerta dal sindaco di Siracusa, ora arriva anche l'appello di mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa. “Speriamo – ha detto il presule – che la vicenda si risolva al meglio. Non possiamo pensare che queste persone non abbiano alcun diritto, tra cui il diritto alla vita, all'accoglienza: quello che è nelle nostre possibilità va fatto. Mi auguro che in alto loco si pensi in maniera corretta”. L'arcivescovo apre alla possibilità del soccorso. “Non conosco le leggi in tema di sbarchi – ha aggiunto Pappalardo – dico soltanto che di fronte a persone che rischiano la vita, ognuno di noi, per la propria parte, si deve attivare per assicurare la migliore accoglienza e la salvaguardia della vita. Anche la Chiesa ha un compito come del resto ci indica il Vangelo. Non dimentichiamo le parole di Gesù: ero forestiero e mi avete accolto. Per noi cristiani, l'accoglienza è un dovere, nel forestiero c'è il volto di Cristo, quindi come Chiesa non possiamo sottrarci a questo comando”.