L'Africa a Salvini: “Chieda scusa”

Non si tratta più delle rimostranze del ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn, ma la partecipazione di Matteo Salvini al summit dei titolari degli Interni a Vienna, la scorsa settimana, continua a essere al centro di polmiche. Dopo l'attrito con il ministro lussemburghese, è ora l'Unione africana a tuonare contro il vicepremier, pretendendo delle scuse per aver paragonato gli immigrati africani a degli schiavi. Nello specifico, l'Ua ha precisato che le parole del ministro italiano sono state “motivo di costernazione” e, per questo, chiede di “ritirare la sua sprezzante affermazione sui migranti africani”. Una richiesta che arriva pochi giorni dopo la difesa dell'ufficio stampa del vicepremier, dal quale era stato spiegato che si era rivelato “necessario smentire seccamente alcune ricostruzioni della stampa internazionale, secondo le quali il ministro Salvini avrebbe definito 'schiavi' gli immigrati africani. Come è facilmente verificabile dai numerosi video e dalle dichiarazioni del ministro, Salvini non ha mai insultato gli africani, ma anzi ha censurato l'idea di farli arrivare in Europa per costringerli a lavorare e/o a vivere in condizioni così degradate da ricordare, appunto, la schiavitù. Esattamente il contrario di quanto riportato da alcuni organi di informazione stranieri”.

Botta e risposta

Nell'Unione africana sono convogliati tutti i 55 Stati africani e, per questo, è tutta l'Africa a pretendere che il vicepremier ritiri quanto affermato, andando di fatto per la prima volta a spostare l'affare migranti (perlomeno dal punto di vista africano) sul piano del dibattito fra Ue e Ua che, finora, hanno affrontato la questione su un piano di collaborazione. Per il continente africano infatti, al momento è importante che Salvini faccia dietrofront e che lo faccia “negli interessi di un impegno costruttivo nel dibattito sulla migrazione tra i due continenti”. Ecco perché “l’Unione africana chiede al vice primo ministro italiano di ritrattare la sua dichiarazione dispregiativa sui migranti africani”. A stretto giro, però, è arrivata anche la secca replica del diretto interessato, Matteo Salvini, il quale ha fatto sapere durante una conferenza stampa al Viminale che “non c’è niente di cui scusarmi e smentisco qualsiasi equiparazione tra immigrati e schiavi, anzi, le mie dichiarazioni a Vienna erano a difesa dei migranti che qualcuno vuole usare come schiavi”. E ha chiosato: “Se qualcuno volesse pensar male, forse c’è stato un difetto della traduzione francese”.