Ius Soli, Renzo Piano: “Il 'no' è una crudeltà”

Non accenna a diminuire la polemica attorno allo Ius Soli, con il fronte degli interventi allargatosi ben oltre la sfera politica. A ‘Repubblica’, per esempio, a dire la sua è stato l’architetto Renzo Piano, fra gli aderenti allo sciopero della fame lanciato per spingere il Governo a “ri-calendarizzare” il testo di legge fra gli impegni di Palazzo Madama: “L’Italia – ha detto – come sanno tutti, è il Paese dove si amano i bambini. Più ancora che per la chitarra e per il sole, gli stranieri ci identificano perché siamo i cocchi di mamma, il Paese dove i bimbi vengono accolti e festeggiati dovunque. Nei ristoranti, per strada, nelle case, nelle scuole, i bambini sono la nostra allegria e la nostra consolazione… I bambini sono insomma una benedizione del cielo perché sono lo ‘ius’ che in latino vuol dire anche il succo, lo Ius Soli dunque, il succo della terra, l’essenza della nostra terra, il fertilizzante del futuro”. In sostanza, per l’architetto, “continuare a negare a dei bimbi, che sono italiani come i nostri figli, i diritti di ogni altro italiano è tradire la nostra italianità, una crudeltà indegna dell’Italia”.

Camilleri: “Abbiamo la memoria corta”

Ma non solo Renzo Piano. Sulla controversa legge sulla cittadinanza, che tanto ha fatto discutere, si è espresso anche lo scrittore Andrea Camilleri, intervenuto a ‘Circo Massimo’, su Radio Capital: “Noi italiani siamo razzisti, perché non lo vogliamo dire? Negli anni Sessanta ho visto a Torino cartelli sui quali era scritto ‘Non si affitta a meridionali’. Ora accade con gli extracomunitari. Altro che italiani brava gente”. Per il padre del commissario Montalbano, noi italiani “abbiamo la memoria corta, ricordiamo solo come era composta la Juventus nel ‘36″.

Grasso: “C’è maggiore consapevolezza”

Ma sulla necessità di riflettere in modo più approfondito sullo Ius Soli si è ripetuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, il quale da Vibo Valentia (dove ha inaugurato il festival culturale ‘Leggere&Scrivere’) ha spiegato che “sull’approvazione mi auguro che si possa aprire una finestra nell’agenda particolarmente fitta del Senato per poterla calendarizzare. Del resto mi pare che ci sia una maggiore consapevolezza che si tratti più di uno ‘Ius Culture’ che di uno Ius Soli, in senso stretto”.