Il vicecommissario Ue all'Italia: “O modifiche o sanzioni”

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, è tornato a parlare della manovra economica del governo Conte. Lo ha fatto, ancora una volta, per chiedere che sia modificata rispetto al testo originario. “Numericamente – ha dichiarato il politico lettone – l'Italia avrebbe dovuto assicurare un miglioramento del deficit strutturale di 0,6% invece c'è un peggioramento di 0,8%. Pari a una deviazione dell'1,4%. E' una deviazione molto ampia”. Alla luce di questi rilievi, il vicepresidente della Commissione europea ha auspicato una correzione “considerevole” della finanziaria italiana. Dombrovskis ha detto che il governo italiano deve apportare le modifiche richieste entro il 13 novembre se non vuole andare incontro ad un procedimento sanzionatorio per debito. “Lo abbiamo fatto anche gli anni scorsi – ha detto il vicepresidente della Commissione europea – concludendo che l'Italia era sostanzialmente in linea con i requisiti del Patto e quindi non abbiamo aperto la procedura. Ma in questo caso, se il Documento programmatico di bilancio non cambia materialmente, dobbiamo riconsiderare le conclusioni”.

Non si ferma il dialogo

Le dichiarazioni di Dombrovskis arrivano dopo quelle del commissario agli Affari economici dell'Ue, Pierre Moscovici, che ha detto di aspettarsi “una risposta forte e precisa dal governo italiano” per il 13 novembre. Il politico francese ha ammesso che il dialogo con il ministro del Tesoro italiano, Giovanni Tria, è quotidiano e ha confessato di ritenere le sanzioni “un fallimento”. Da quanto sembra filtrare da Bruxelles, il mancato intervento sulla manovra italiana comporterà l'avvio di una procedura da parte dell'Ue che diventerà operativa il 22 gennaio con il voto dei ministri del Tesoro europei. A quel punto l'Ue potrebbe chiedere all'Italia di raggiungere il pareggio di bilancio. Dal canto suo, il ministro Giovanni Tria ha voluto rassicurare i suoi interlocutori europei spiegando che “il dialogo continuerà” amettendo però che esiste “qualche disaccordo”.