Il Pd contro la Russia

Un Russiagate all'italiana? L'ipotesi prende corpo nelle ultime ore, almeno a sentire i deputati del Pd Michele Anzaldi e Carmelo Miceli, i quali chiedono una Commissione d'inchiesta sulle presunte Fake news che sarebbero state diffuse dalla Russia nei mesi scorsi per infangare il loro partito quando era al governo e favorire Lega e M5s.

La richiesta di una Commissione

L'esistenza di una fabbrica di troll e Fake news in Russia, che ha lavorato per diffondere notizie false contro i Governi del Pd per favorire Lega e M5s, è gravissima – affermano in una nota i due deputati -. Quanto riportano i quotidiani italiani, sulla base dell'inchiesta del sito americano FiveThirthyEight, è l'ennesima conferma dei sospetti che erano già stati avanzati nei mesi scorsi, anche alla luce delle dichiarazioni dell'ex vicepresidente americano Biden. E' urgente che il Parlamento italiano dia il via libera alla costituzione di una Commissione di inchiesta sulle Fake news, per la quale abbiamo presentato l'articolato di legge il primo giorno della legislatura”. Secondo Anzaldi e Miceli, “gli italiani hanno diritto di sapere se le loro opinioni sono state manipolate, se davvero una macchina della propaganda con base in Russia e 400 dipendenti abbia lavorato per falsare il dibattito pubblico del nostro Paese con notizie inventate, calunnie, campagne diffamatorie costruite a tavolino su falsi, come il caso che ha riguardato il figlio del ministro Poletti. Il presidente della Camera Fico dimostri di essere realmente il garante di tutto il Parlamento e dia il via libera alla commissione d'inchiesta”.

L'inchiesta americana

Ma di cosa si tratta di preciso? Alcuni profili social russi – definiti troll in quanto non rispondendi ad identità personali reali – si sarebbero occupati di rilanciare una mole enorme di tweet di esponenti politici di Lega e M5s, ma non solo. Avrebbero anche diffuso, attraverso hastagh di tendenza tra persone simpatizzanti per le due forze attualmente al governo, delle notizie false a discapito di esponenti dei passati governi di centro-sinistra. Nella faccenda, comunque, non risulta alcun coinvolgimento dei dirigenti italiani dei partiti in questione. Dall'inchiesta di FiveThirthyEight non sarebbero emersi segni di richieste di aiuti a Mosca in tal senso.

“Democrazia minacciata dai russi? Una balordaggine”

Sulla vicenda non mancano però i dubbi. Nel gennaio scorso il Parlamento europeo dedicò un'intera sessione sul come arginare la presunta propaganda russa sull'Europa per favorire partiti euro-scettici cosiddetti populisti. A tal proposito era intervenuto sul suo blog su IlGiornale.it Giampaolo Rossi, nominato da poco nel cda della Rai e tra i papabili alla presidenza dopo la bocciatura di Marcello Foa. Secondo il giornalista italiano “l’idea che strumenti come Sputnik o Russia Today e magari 100 troll russi su internet possano minacciare le democrazie in Occidente è una balordaggine che solo l’ipocrisia di questo Parlamento europeo pieno di maggiordomi di George Soros, può affermare“.