Gandolfini: “Così rinasce l'Europa della famiglia”

Cala il sipario sul Congresso Mondiale delle Famiglie. Quello di Verona che si conclude oggi con la Marcia della Famiglia è il tredicesimo, probabilmente il più discusso che vi sia mai stato. Sono stati spesi fiumi d’inchiostro per parlarne, spesso a sproposito. Ma l’enfasi mediatica è servita anche ad accendere i riflettori sui temi della kermesse, quelli veri e non quelli agitati come spettri da una certa stampa “partigiana”. A trarne un bilancio positivo, intervistato da In Terris al termine di un sabato piuttosto movimentato, è il prof. Massimo Gandolfini, uno degli artefici dell’evento. Neurochirurgo affermato, è schierato in prima fila sulla barricata dei pro-famiglia da diversi anni: presidente del Family Day, riesce a portare avanti le proprie idee con fermezza coniugata a toni pacati e di rispetto nei confronti dell’interlocutore. Non che in questi anni siano mancate le difficoltà, come le incursioni di alcuni cronisti nella sua vita privata e le minacce di alcuni gruppi del femminismo radicale. D’altronde – spiega lui stesso – “quando si afferma il bene, si scatenano le forze del male per contrastarlo”.

Che bilancio si può trarre di questo Congresso?
“Credo di poter affermare con assoluta chiarezza che è stato un evento di alto spessore culturale, che ha rimesso al centro l’importanza della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio affrontando tutti gli aspetti di ordine politico ed economico. Non c’è stata alcuna espressione di odio contro chicchessia: del resto siamo convinti che a vincere siano la bontà delle idee che vengono espresse. Rifiutiamo, nel nostro dna, sentimenti di scontro, di violenza e di sopraffazione. Al contrario, questi sentimenti non sono stati rifiutati da molti che non condividono le nostre idee, che hanno utilizzato ogni strumento, comprese falsità e menzogna, per delegittimare il Congresso”.

Come spiega questa campagna di demonizzazione?
“Con il fatto che abbiamo messo il dito nella piaga: in Italia si sta perdendo anche il senso della democrazia, per cui si pensa abbiano diritto di parola soltanto coloro che sono allineati al pensiero unico, che intende distruggere la famiglia in quanto nucleo portante di una società che è veramente felice. È così che si scatena il male, con violenza verbale e – ahimè – qualcuno mi ha riferito anche fisica, oggi, fuori dalla Gran Guardia”.

Ha avuto una certa eco mediatica la contestazione da parte di sua figlia al Congresso…
“Ci tengo a sottolineare due punti. Anzitutto, mia figlia è maggiorenne, ha le sue idee ed ha diritto ad esprimerle. E poi, una figlia che la pensa in modo diverso dai genitori non è una novità nella millenaria storia dei rapporti familiari, ciò non significa che le vorrò meno bene rispetto agli altri sei figli che, invece, la pensano in maniera opposta alla sua”.

Il Congresso ha ricevuto il sostegno di alcuni esponenti leghisti del governo, ma anche il rifiuto di altri del M5s. Considerando la spaccatura nell’esecutivo sui temi etici, ritiene sia possibile avere una maggioranza per attuare politiche familiari?
“In primo luogo va registrato che ci sono forze politiche, anche nell’esecutivo, che sostengono i nostri valori. E ciò è stato dimostrato concretamente nella legge di stabilità, come hanno puntualmente ricordato oggi i ministri Salvini e Fontana. E poi ci tengo a sottolineare quella che è la nostra missione: tenere alto il livello d’attenzione sui temi della famiglia. Siamo convinti che siamo una grande forza civica: finalmente le famiglie, le persone comuni (che non vengono intervistate dalla grande stampa schierata contro la famiglia), le donne che devono cercare una mediazione tra il lavoro esterno e il ruolo di madri, hanno finalmente una rappresentanza che fa sentire la loro voce nel governo e nel parlamento”.

Siamo a un punto di svolta per la battaglia pro-vita e pro-famiglia italiana?
“Dal punto di vista culturale, certamente sì. Oggi lo scontro non è più tra due ideologie, ma lo spartiacque è tra le forze politiche che sostengono l’importanza della famiglia e quelle che hanno fatto scelte diverse. In parlamento siedono partiti che portano avanti istanze contro la famiglia: mi riferisco a chi promuove adozioni gay, utero in affitto, legalizzazione della cannabis ed eutanasia. Queste forze non avranno mai il sostegno di chi si riconosce nel Family Day”.

Ritiene che questa nuova polarizzazione tra pro-famiglia e contro-famiglia possa rimescolare le carte, le alleanze nell’agone politico?
“Penso anzitutto che combattere per la famiglia sia un imperativo morale. Possono esistere mediazioni su altre questioni, di carattere economico ad esempio, ma abbiamo il dovere di non transigere sulla difesa della vita e della famiglia, in Italia come in Europa. Dunque, rivolgendo lo sguardo alle prossime elezioni europee, dobbiamo ribadire che vogliamo un’Europa che sia delle famiglie e non del mercato e della finanza”.

È questo uno dei messaggi che lancerà la Marcia per la Famiglia che si terrà domani (oggi, ndr) a Verona?
“Certamente. Sarà anzitutto un corteo che non esibisce penne da pavone colorate e nemmeno cartelli che inneggiano alla violenza, piuttosto sarà una marcia di genitori con i propri figli, che non stanno chiedendo la luna nel pozzo, ma che si tutelino le famiglie che sono l’asse portante della società. È una battaglia che chi ha onestà morale non può non sostenere”.