Foodora lascia l'Italia. Di Maio: “Ecco perché”

Dopo le polemiche delle scorse settimane, Foodora ha deciso di lasciare l'Italia. Una presa di posizione netta, quella dell'azienda della gig economy. L'annuncio ai lavoratori, i famosi fattorini al centro di una battaglia per ottenere maggiori tutele, è giunto venerdì scorso. Nella missiva si legge che Delivery Hero, a cui la società appartiene, sta cercando un acquirente per il marchio in Italia. Ma oltre al Belpaese, Foodora lascerà anche altri Paesi: Australia, Francia e Olanda. Ecco perchè il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, afferma che non è per il decreto dignità che Foodora ha deciso di fare le valigie.

“Tra ieri e oggi si sta cercando di dare al mio impegno per la dignità dei lavoratori la colpa del fatto che una di queste piattaforme, Foodora, sta lasciando l’Italia”, scrive Di Maio in un post sul Blog delle Stelle. “E’ vero che Foodora va via, ma qualcuno sa davvero il perché? Vi do qualche informazione in più. Foodora lascia non solo l’Italia, ma anche la Francia, l’Australia e l’Olanda perché, spiega l’azienda: ‘il mercato è troppo difficile’. Quindi non per le tutele dei lavoratori che noi vogliamo aumentare”. E ancora, il vicepresidente del Consiglio aggiunge: “Pensate che il mercato in cui ha deciso di investire Foodora è quello tedesco, dove i riders vengono assunti come subordinati e quindi con salario e tutele minimi”. Secondo Di Maio, “quello che spinge le aziende a investire più o meno è la legge della domanda e dell’offerta, non la presenza dei diritti dei lavoratori”. Del resto, si legge sempre nel post del vicepremier, “la dignità di tutti i lavoratori, compresi quelli della gig economy, è il tema che più mi sta a cuore”. A proposito di gig economy, Di Maio lo ritiene “un mercato promettente”, “ma ancora in crescita e come spesso succede in questi casi non tutti i concorrenti sopravvivono”.