Flat tax, Salvini: “Da Mef numeri strampalati”

Sulla flat tax i numeri usciti sono “strampalati“, “50-60 miliardi di euro, non siamo al Superenalotto. Per la prima fase bastano tra i 12 e i 15 miliardi di euro per un abbattimento fiscale a tante persone”. Così a Rtl il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

Tasse

“L'ultima cosa da fare – ha aggiunto – è aumentare le tasse, anche se lo chiede l'Europa. Sulle clausole di salvaguardia una riflessione va fatta, noi non abbiamo nessuna intenzione di aumentare l'Iva. Stiamo facendo tutti i conti, siamo convinti che se abbassi le tasse, dal secondo anno lo Stato incassa di più“.

Il caso cinese

Sulla questione della via della Seta, Salvini ha spiegato: “Il memorandum che il premier Conte firmerà con il presidente cinese è la cornice, poi il quadro è un'altra cosa e noi stiamo valutando riga per riga il contenuto dell'intesa: se si apre all'export per le aziende italiane va benissimo, gli unici vincoli riguardano la sicurezza, il controllo dei dati degli italiani e l'energia. Non vorrei che qualcuno si alzasse dall'altra parte del mondo e ci spegnesse l'interruttore. Se i cinesi vogliono investire in ferrovie e porti ok, l'importante è che il controllo rimanga in mani italane”.

Il governo

Salvini ha poi ribadito l'intenzione di proseguire l'esperienza dell'esecutivo col M5s. “Non penso che al governo ci siano co….ni. Con i Cinquestelle stiamo lavorando bene, è chiaro che a livello locale c'è una tradizione di buon governo di centrodestra, ma a livello generale non ho nostalgie del passato. L'accordo di governo l'ho firmato per 5 anni e io da lì non mi sposto”. 

Opposizione

Per il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, la flat tax “è una bufala senza spazi fiscali per sostenerla, l'hanno subito fatto capire a Salvini. L'insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese”. Per il leader dem, intervenuto a Circo Massimo su Radio Capital, “serve la progressività delle imposte, non l'illusione che se i ricchi hanno più soldi spendono di più. Queste sono le teorie di Paperon de Paperoni, non di Paperino e Qui Quo Qua”