Errori, alleanze e futuro: il Pd secondo i candidati

E'ormai alle porte l'orizzonte del 3 marzo, giorno in cui si deciderà quale conducente afferrerà le redini del Partito democratico. Il terreno del confronto passa per la tv ma in momenti separati, senza lo strumento del dibattito: a turno, Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti dicono la loro ospiti a “Mezz'ora in più” da Lucia Annunziata, rispondono alle domande dando l'impressione di non voler calcare troppo la mano. Una chiacchierata a due sui temi principali che riguardano da vicino il Pd, la situazione del governo, eventuali alleanze e qualche frizione giusto sul tema Renzi, fuori dalla schiera dei candidati ma figura con cui fare qualche conto. Sulla questione Giachetti cerca di essere chiaro, definendosi “giachettiano, più che renziano, ma leale con il progetto politico nato con Renzi, anche se sono stati commessi errori. Penso che Renzi sia un po' l'ossessione un po' l'alibi per tutti noi. Sta facendo opposizione come senatore e sta proponendo le sue idee, per fortuna ha detto che intende rimanere dentro il Pd, lo ha detto e lo ha ripetuto anche poco fa, e quindi faremo tutti i conti anche con lui”.

Martina: “Inquieto per i mancati obiettivi”

L'ex candidato sindaco di Roma, assicura che resterà a disposizione del partito anche dovesse finire in minoranza, nonostante mantenga toni critici sulla presenza alle prossime europee di un Pd senza leadership, restando peraltro convinto che il flop elettorale di un anno fa sia da attribuire alle divisioni interne del partito. Linea condivisa anche con Maurizio Martina: “Dentro abbiamo pagato il prezzo di troppe divisioni, fuori il fatto di non aver compreso che le diseguaglianze aumentavano. La questione sociale è stato il nostro tallone d'Achille. Se penso a questi anni sono orgoglioso del lavoro fatto, ma inquieto per quello che non siamo riusciti a fare”. E per mancati obiettivi Martina intende “il salario minimo legale e il reddito di inclusione. Dovevamo farlo prima e tutto”.

Zingaretti: “In caso di crisi chiedo il voto”

Più asciutta l'analisi di Nicola Zingaretti: “Non abbiamo capito il dramma sociale dei ceti colpiti dalla crisi. C'è stata poi una sottovalutazione enorme dei tagli agli enti locali, soprattutto nelle aree interne, nei piccoli comuni”. Per il governatore del Lazio la storia politica italiana sta offrendo una nuova chance ai democratici: “Prima c'era la fotografia di un nuovo bipolarismo possibile, Lega e 5 stelle. Oggi c'è Matteo Salvini, leader indiscusso di questo governo, che sta cannibalizzando l'alleato e si sta capendo che l'alternativa a Salvini non può essere M5s. C'è una nuova chance, non è facile”. E, mentre esclude possibili alleanze con il Movimento 5 stelle, spiega cosa farà se, qualora arrivasse alla guida del Partito, farebbe in caso di crisi: “Chiederei il voto anticipato”.