Ecco perché ritorna la polemica sui vaccini

Dal 12 marzo l'accesso a nidi e scuole dell'infanzia è condizionato alla presentazione, da parte delle famiglie, del certificato di avvenuta vaccinazione dei figli iscritti. E' l'effetto del cosiddetto ddl Lorenzin, che ha esteso da 4 a 10 le profilassi obbligatorie, col fine di “raggiungere il livello di immunizzazione raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità“, a fronte di una calo di vaccinazioni registrato in Italia negli ultimi anni. In Terris ne ha parlato con Maria Rizzotti, senatrice di Forza Italia e medico chirurgo che siede nella commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama. 

Che idea si è fatta delle polemiche che hanno accompagnato l'entrata a regime dell'obbligo?
“Sui vaccini abbiamo vissuto e stiamo vivendo ancora una situazione paradossale. Siamo l’unico Paese al mondo in cui si discute, grazie al Movimento 5 Stelle che dà voce a una sparuta minoranza di No Vax, sull’utilità vaccinale. È vero, in altre nazioni non c’è l’obbligatorietà, ma la percentuale dei vaccinati si avvicina al 100% della popolazione. In Germania, per esempio, non esiste alcuna norma cogente in materia ma per andare a scuola o a lavorare bisogna presentare il certificato di avvenuta vaccinazione. In Svezia non nessun obbligo ma la copertura per il morbillo è al 99% perché c’è senso civico e fiducia nelle istituzioni.

Lo scorso agosto, quando l'obbligatorietà della certificazione venne rinviata al 2019, lei accusò il governo di “giocare sulla pelle dei bambini”. Fu una presa di posizione forte la sua..
“Per l'ennesima volta il governo aveva deciso di rimandare una decisione importante. Quella proroga, fra l'altro, fu concessa senza tenere conto del parere della scienza e senza considerare i problemi con cui in questi mesi i dirigenti scolastici hanno dovuto confrontarsi. Penso, ad esempio, a quello delle certificazioni false, le quali espongono a rischi tragici gli immunodepressi che frequentano le scuole”.


La senatrice Maria Rizzotti

Il ministro Salvini ha provato in extremis a far slittare la deadline e, in passato, non ha risparmiato critiche all'obbligatorietà. Come pensate di sbrogliare la matassa in un eventuale futuro governo di centrodestra, su cui Berlusconi continua a puntare?  
“Le dichiarazioni di Salvini, che considera un'ingiustizia tenere fuori dalle scuole i bambini non vaccinati, sono pericolose. Il ministro dovrebbe essere ben consapevole che non stiamo parlando di bambini di serie A e di serie B, ma di bambini che, a causa di patologie gravissime, rischiano la vita anche solo venendo a contatto con un raffreddore. Il dovere di uno Stato civile è quello di tutelare la salute dei propri cittadini e garantire a tutti i minori indistintamente il diritto allo studio, senza dover temere per la propria vita. Un governo di centrodestra non avrebbe creato questo tipo di caos e dimostrerà a tutti il buon senso indispensabile per evitare, in questo caso, che si metta in pericolo la vita di tanti bimbi”. 

I vaccini sono, indubbiamente, la più grande conquista della storia della medicina. Uno Stato che, nel terzo millennio, si vede costretto a imporne l’esecuzione non ha già fallito nella creazione di una cultura vaccinale e di tutela della salute pubblica?
“Sembra evidente che nell’arco dell’ultimo ventennio il compiacimento per i risultati ottenuti abbia indotto una parte degli operatori sanitari e dei decisori politici ad abbassare la guardia; parallelamente, nella popolazione generale lo stesso successo dei vaccini e la conseguente riduzione dell’incidenza delle infezioni contro le quali essi offrono protezione ha portato a sottovalutare il rischio di malattie per molti diventate quasi sconosciute. Ne è conseguito un allarmante calo delle coperture vaccinali richieste, ben al di sotto dei livelli atti a conferire un’immunità di gregge secondo quanto indicato dall’Oms. L’effetto sulle coperture richieste della reintroduzione dell’obbligo per almeno otto vaccinazioni sta emergendo in questi giorni e dai dati sembra che la Legge 119 abbia avuto i suoi risultati”.

Ciò, quindi, esclude che la misura possa essere temporanea…
“L’abolizione dell’obbligatorietà dei vaccini a breve termine confligge con l’effettiva possibilità di conseguire i risultati necessari con la dovuta tempestività. Va aggiunto che, in un mondo globalizzato, non solo è cambiata la composizione sociale del Paese, la qual cosa pone interrogativi sullo stato vaccinale dei residenti, ma i flussi turistici e migratori implicano considerazioni ulteriori sulla protezione vaccinale della popolazione adulta. Occorre perciò educare e il decisore politico ha una grande responsabilità in tal senso”.

Come ci si confronta col fenomeno No Vax? 
Io non parlerei di fenomeno No Vax, credo che il nostro sia più un problema culturale. Oggi molti pensano che il web abbia tutte le risposte e di conseguenza si preferisce consultare internet piuttosto che un medico rispetto ai sintomi di una ipotetica malattia. Poi c'è il passa parola, le fake news ed ecco che il virus si espande fino a che non arriva la 'medicina' giusta che lo cura. Questo è ciò che è successo con i vaccini”.

Qual è allora la medicina giusta?
“L'educazione e il rispetto di se stessi e degli altri. Questo è il compito del ministero della Salute e del decisore politico: educare le famiglie con il supporto dei pediatri, dei medici generici, dei farmacisti, e non sfuggire alle tante domande che giustamente una mamma pone a se stessa e agli operatori sanitari quando c'è di mezzo la vita dei propri figli”.