DOPO L’ITALICUM IL PD PERDE PEZZI: CIVATI LASCIA IL PARTITO

Terremoto nel Pd che perde un pezzo da 90: Pippo Civati ha, infatti, lasciato ufficialmente il partito dopo l’approvazione dell’Italicum da parte della Camera. “Sono dispiaciuto perché quello che è successo la settimana scorsa non è superabile – ha spiegato – . La fiducia è un problema troppo grande, non si può andare avanti così. Renzi vuole andare avanti così, ne ha tutto il diritto, ma chi non e d’accordo deve scendere dal carro del vincitore, ne va della coerenza e della dignità delle persone”. Civati ha criticato l’improvviso cambiamento di orientamento di diversi esponenti del Pd dopo l’arrivo di Renzi.

Per farlo ha raccontato un aneddoto storico. “Nikola Tesla, nato in Serbia a metà del 1800 e statunitense naturalizzato, è stato un pioniere dell’elettricità – ha spiegato – il suo lavoro teorico è alla base del sistema a corrente alternata e ha dato un decisivo impulso alla seconda rivoluzione industriale, ma è stato anche un personaggio ammantato di un certo alone di mistero, e con lui alcune sue teorie meno comprese. La Tesla Energy, che non a caso ne raccoglie il cognome, è invece un’azienda californiana tra le più innovative e tenute sotto osservazione per le sue invenzioni nel campo della produzione e conservazione dell’elettricità. Da qualche giorno se ne parla a proposito del Powerwall, che anche per dimensioni sembra un po’ una caldaia ma è in realtà una batteria, in versione da muro, in grado di convogliare l’energia prodotta dai pannelli solari di casa, e per la prima volta risolve il problema finora insormontabile della sua conservazione, mettendola a disposizione quando l’utente ne ha bisogno. Anche per chi – per primo chi scrive – è privo di particolari conoscenze tecniche, e’ chiaro che questa innovazione che viene da cosi’ lontano nel tempo potrebbe molto presto interrompere la nostra dipendenza dalle infrastrutture produttrici di energia, con un impatto rivoluzionario sulle nostre vite, sull’economia, sul pianeta in cui viviamo”.

Una metafora eccellente, secondo Civati, dei motivi “per cui tanti di noi amano far politica e ci hanno dedicato così tanto tempo, in questi anni. A un certo punto, senza preavviso, è semplicemente capitato che un giorno alcune persone con cui pensavamo di aver condiviso questa visione hanno cambiato idea. Hanno promosso e approvato – senza voler parlare di leggi elettorali, riforme del lavoro e della costituzione – cementificazioni e trivellazioni, e ce li siamo trovati in tivù a deridere le ragioni di chi difende l’ambiente o crede che il futuro passi attraverso soluzioni differenti. Peccato (soprattutto per loro): perché invece il futuro sarebbe a portata di mano, basterebbe imparare a sposare tradizione e cambiamento, coniugando cose antiche come i diritti e nuovissime come l’innovazione”.