Dopo cinque anni calano i turisti in Italia

Il Belpaese attira sempre meno turisti: per la prima volta in cinque anni le previsioni sono in calo per la prossima stagione estiva. Le partenze verso i luoghi di vacanza saranno circa 205 milioni nelle strutture recettive, una flessione pari al meno 0,9%. Secondo le previsioni pubblicate oggi da Cst per Assoturismo Confesercenti e presentate in occasione dell'approfondimento dedicato dall’associazione di imprese al tema della legge delega al governo in materia di turismo, complessivamente ci saranno 2 milioni in meno di ingressi rispetto all’estate scorsa.

Il calo

A condizionare negativamente le prenotazioni è il meteo ancora incerto e, soprattutto, il rilancio turistico di alcuni paesi dell’altra sponda del mediterraneo frenati nel passato da crisi politiche e tensioni internazionali. Sono proprio le località costiere ad aver subito il tracollo peggiore, mentre contengono le perdite le imprese ricettive che operano nelle città d’arte e nei centri minori (-0,4%). In positivo sole le località lacustri, dove si registra una domanda estera in crescita del +0,2%. Complessivamente, a muoversi di meno quest’estate saranno sia i turisti italiani (-1,1%), sia quelli internazionali (-0,8%).

I luoghi

A soffrire maggiormente saranno le regioni del centro sud e dell’Italia insulare che vedranno una contrazione degli ingressi che si attesterà sul – 1,4%.  Mentre le aree che subiranno meno questo calo saranno le aree del Nord Est e del Nord Ovest, rispettivamente -0,7% e al -0,3%. “Il turismo italiano è in un momento delicato”, ha commentato Vittorio Messina intervistato da Adnkronos. Il presidente di Assoturismo Confesercenti ha spiegato come la legge delega debba intervenire in una situazione in cui “la spinta propulsiva degli anni scorsi” si è esaurita. “La delega al governo in tema di turismo è un’occasione per portare a casa una riforma mirata alla crescita: servono interventi per individuare e tutelare le figure professionali del turismo”. Occorre un intervento mirato a superare definitivamente le “problematiche mai risolte del settore, dalle carenze infrastrutturali all’abusivismo”, ha concluso Messina.