Di Maio: “Aperture domenicali? Stop entro l'anno”

Stop entro l'anno alle aperture domenicali dei negozi: lo ha promesso il vicepremier Luigi Di Maio parlando dalla Fiera del Levante di Bari. Come annunciato nei giorni scorsi, il governo giallo-blu è intenzionato a procedere con il giro di vite sul Salva Italia di Monti, attraverso la stretta sull'articolo 31 sulle liberalizzazioni delle attività commerciali: “In materia di commercio, sicuramente entro l'anno, approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni e l'orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura”.

Riforma dell'art. 31

Come spiegato dal ministro dello Sviluppo economico, ricalcando quanto già affermato giovedì scorso, la proposta del governo regolarizzerà le turnazioni delle attività commerciali modificando i punti del 31 che, sul tema, spiega che le suddette attività, assieme alla “somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, dell'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio”. Il nuovo testo, invece, ripropone la chiusura domenicale obbligatoria, affidando agli enti comunali e alle regioni le determinazioni delle regole, con un massimo di 8 aperture straordinarie.

Di Maio: “Tap? Dialogo imprescindibile”

Durante la sua giornata al Levante di Bari, il vicepremier Di Maio ha affrontato anche il tema Tap, spiegando che “il dossier è sul tavolo del Presidente del Consiglio e come abbiamo affrontato tanti altri dossier in questi tre mesi, affronteremo il problema Tap”, sottolineando però le perplessità dei pentastellati: “Non si può prescindere dal dialogo con le comunità locali ed è inutile – ha concluso – pensare di fare un'opera senza discutere col sindaco e i cittadini, passando per tutte le organizzazioni che si battono contro quell'opera”.