De Benedetti: “Caso Popolari? Un segreto di Pulcinella”

Con l'approssimarsi delle elezioni del prossimo 4 marzo, arriva abbastanza inatteso l'endorsement di Carlo De Benedetti, presidente onorario del Gruppo Gedi, ospite a 'Otto e mezzo', su La7: “Voterò Pd – ha detto -, non c’è un’altra proposta politica che possa convincermi”. Una scelta che l'Ingegnere farà nonostante si sia detto deluso dal Governo Renzi: quella dei dem, ha spiegato ancora, “mi sembra l'unica offerta di governabilità del Paese non nel senso delle idee ma degli uomini”. Uno scenario, quello di Palazzo Chigi, dal quale tende a escludere categoricamente la figura di Luigi Di Maio: “Sarebbe un disastro per il Paese, l'incompetenza al potere, se penso che Di Maio possa essere il premier di questo Paese dico che ha ragione mille volte Berlusconi a dire che bisogna scappare, per il suo curriculum non è adatto a fare il presidente del Consiglio”.

Scalfari e 'Repubblica'

Ma l'affresco politico in vista della tornata elettorale non è stato l'unico punto toccato dall'Ingegnere durante la sua ospitata da Lilli Gruber. Nel mirino, infatti, sono tornati i suoi rapporti con Eugenio Scalfari al quale, ha spiegato, “ho dato un pacco di miliardi pazzesco quando è stato liquidato, quindi Eugenio su di me deve solo stare zitto”. Il riferimento dell'ex editore è all'intervista nella quale il fondatore di 'Repubblica' dichiarò che tra Berlusconi e Di Maio avrebbe dato la sua preferenza all'ex Cavaliere. “Una stupidaggine” secondo De Benedetti, il quale ha rimarcato di non voler “più commentare un signore molto anziano che non è più in grado di sostenere domande e risposte”, limitandosi a indicarlo come “un ingrato”. A proposito dell'esternazione di Scalfari, l'Ingegnere ha rivelato un retroscena avvenuto dopo l'intervista rilasciata dal fondatore a 'Di Martedì': “Mi ha chiamato Berlusconi perché secondo il suo metodo quello era un input partito da me, non poteva pensare che fosse un'idea autonoma di Eugenio… Mi disse parliamoci, i comunisti non ci sono più, è finita la guerra, tu sei di sinistra, io sono di destra ma qui esistono altri problemi per il Paese. Ma io gli ho detto che lui fa politica e io no e che non c'era niente da dirci”. Sull'eventualità di fondare un nuovo quotidiano però, nonostante i “rapporti assenti” con 'Repubblica', l'ex editore ha ribadito di non poterlo fare: “Quello che ho fatto con questo giornale lo rifarei, io sono monogamo in questo senso”, consigliando comunque al quotidiano di “ritrovare la propria identità”.

Caso Popolari

Una battuta l'Ingegnere l'ha concessa anche sul caso Popolari: “Tutto è un po' ridicolo – ha detto riferendosi agli acquisti in borsa prima del decreto e alla telefonata con Renzi -, era un segreto di pulcinella ed era nel programma, lui mi ha semplicemente detto quella cosa la faremo senza usare la parola decreto. Io ho dato l'ordine di 'hedgiare', è una cosa che costa dei soldi, ho comprato delle put; se uno sa che la cosa si fa la settimana dopo non si protegge”. Secondo De Benedetti, in sostanza, il caso “è stato solo uno sfizio di Vegas che è stato scornato”.