Conte scrive all'Ue: “Serve una cellula di crisi”

Torna sul tema migranti Giuseppe Conte e, in un'intervista rilasciata al 'Fatto Quotidiano', spiega di aver inviato una missiva all'Unione europea, nelle persone del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e del presidente del Consiglio Donald Tusk, nella quale ha ribadito la necessità di “dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue” attraverso “una sorta di cellula di crisi” che abbia il compito di “coordinare le azioni” degli Stati “riguardo all'individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse”. Un comitato di crisi, dunque, che possa garantire una programmazione da applicare alle emergenze in mare e coordinata dalla Commissione europea, con responsabilità di mediazione fra Unione e governi.

Unità di vedute

La proposta di Conte s'inserisce nel nuovo atteggiamento dell'Italia sul fronte delle migrazioni, con prospettiva di cooperazione a tutto tondo con l'Unione e, come spiegato dal premier, di contrasto al traffico degli scafisti: “Se altri Paesi extraeuropei accetteranno di creare non hotspot, ma 'centri di protezione' per esaminare le richieste di asilo, i veri profughi che avranno diritto di venire in Europa potremo portarli noi con corridoi umanitari, stroncando il traffico degli scafisti”. A tal proposito, conscio delle polemiche degli ultimi giorni fra le ong e il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, Conte ha tenuto a precisare che con il suo vicepremier la sintonia è totale anche su questo tema: “Parla per noi la nostra politica, finalizzata a ridurre le partenze e dunque i morti in mare”.

La questione Visegrad

Inevitabile un riferimento ai Paesi del gruppo di Visegrad, notoriamente ostili alla politica di accoglienza e ridistribuzione dei migranti e, nei giorni scorsi, critici rispetto alla questione dei 450 migranti arrivati dal Sar maltese alle acque italiane, con richiesta dell'esecutivo di coinvolgimento di altri Paesi europei (Francia, la stessa Malta e anche la Germania). In quell'occasione, il premier della Repubblica Ceca, Andrj Babis, aveva fatto sapere che il suo Paese riteneva la politica italiana “la strada verso l'inferno”, ribadendo al contempo che non avrebbero accolto nessun migrante dei 450 fermi in mare e la bontà del modello australiano (impedire gli sbarchi in Europa). Conte ha spiegato di star facendo dei tentativi “di convincerli. Perciò ho appena invitato il premier ceco a Roma”. E annuncia una conferenza anche sul tema della Libia, con probabile incontro con il generale Haftar per il prossimo autunno.