Conte accelera sul dl crescita

Il governo accelera sul dl crescita dopo la preoccupazione espressa da Jean Claude Juncker durante il colloquio con Giuseppe Conte a Roma. 

L'annuncio

Il provvedimento, ha annunciato lo stesso premier parlando con i giornalisti nell'albergo dove alloggia a Doha, sarà varato nella riunione del Consiglio dei ministri in programma domani sera. 

La cura

L'intenzione di stringere i tempi era stata già manifestata da Luigi Di Maio. Il ministro, intervenuto a DiMartedì su La7, aveva spiegato che le misure sarebbero arrivate entro una “settimana al massimo“, pur precisando che la crisi non riguarda solo l'Italia ma “è europea“. “E' un momento difficile per tutta l'Europa – ha detto il vicepremier -. Per uscire possiamo fare due cose, che non sono alternative: mettere in sicurezza il ceto medio, con il salario minimo e misure per chi fa figli, e investire nell'export. Produciamo le cose più belle al mondo e dobbiamo essere i più forti del mondo nelle esportazioni“. “I provvedimenti che stiamo facendo – ha aggiunto – vanno nella direzione di assicurare a questo Paese la crescita che abbiamo promesso“.

No manovre correttive

Di Maio ha poi escluso “manovre correttive“. Sul punto “siamo tutti d'accordo, incluso il ministro Tria. Con il Def diremo quali sono le misure su cui investiamo per accompagnare lo sviluppo economico del Pease“. L'abbattimento del debito e “il pagamento degli oneri che abbiamo – ha aggiunto – si fanno con la crescita”. 

Infuriato

Sulla polemica con Tria, Di Maio ha detto: “Pensa che possa stare tranquillo e che debba continuare a fare il ministro. Poi come capo politico dei 5S ho tutto il diritto di dire muovetevi a firmare il decreto banche“. Oggi, però, è arrivata la replica del titolare del Mef. “Spazzatura contro di me, ma l'intimidazione non passa – ha spiegato al Corriere della Sera. Come reagirebbero i mercati se andassi via dal governo?”. Il ministro sostiene di aver “subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano”, e lamenta “violazioni della privacy. Mi chiedo – osserva – chi è che passa ai giornalisti queste cose”. Tria respinge comunque qualunque ipotesi di dimissioni: “Sciocchezze. Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati”.