Conte: “La Manovra non è stata scritta da Bruxelles”

Ci sono la Manovra e i suoi contenuti al centro della conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, all'Ordine dei giornalisti. Inizialmente prevista per il 22 dicembre, l'incontro è stato spostato proprio in virtù del prolungarsi del dibattimento sul maxiemendamento. Dalla questione europea alle misure chiave ma anche una panoramica complessiva sui primi mesi del governo del cambiamento: “Stiamo contribuendo a ridurre quella frattura tra classi politiche e cittadini, non siamo il governo delle lobby e dei comitati d'affari. Io non ricevo esponenti di comitati d'affari ma persone che hanno incarichi istituzionali e rappresentano interessi ala luce del sole”. E da Palazzo Chigi, in prospettiva 2019, parla anche di crescita, rivista all'1% “perché ci siamo accodati agli organismi internazionali ma ciò non significa che siamo rassegnati a una crescita bassa”, parlando anzi di “una crescita robusta”. Per quanto riguarda l'aumento dell'Iva nel 2020 e 2021, Conte spiega: “Non vorrei che fosse trascurato il fatto che in pochi mesi abbiamo dovuto recuperare 12,5 miliardi per neutralizzare l'incremento dell'Iva. Continueremo nel 2020 e 2021 con questa modalità e ci impegniamo a impedire l'incremento dell'Iva”.

“Non siamo sotto osservazione”

Sulla Manovra il presidente tenta di chiarire: “Non è affatto vero che sia stata scritta da Bruxelles è stata scritta in Italia. Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”. E sul rischio evitato della procedura d'infrazione: “Non siamo sotto osservazione, l'abbiamo evitata ma c’è un quadro di regolamentazione che va osservato”. A ogni modo, il premier si dice sicuro: “Questa esperienza di governo funziona e continuerà a funzionare perché si regge su un amalgama perfettamente riuscita di giallo e di verde. Non si sono mescolati, i due colori sono ben distinti, ma si è creata una perfetta amalgama a cui contribuisco anche io”. Un ruolo-guida al quale Conte riconosce meriti ai due vicepremier: “Tra noi si è creata una perfetta sintonia, vi posso assicurare che non c’è mai stato al tavolo un vertice in cui abbiamo avuto una seria litigata, un contrasto vivace. Forse siamo anche un po’ noiosi, perché vogliamo fare del bene al paese, e tutti ragionando troviamo la soluzione migliore”. E sull'ipotesi del rimpasto di governo precisa: “Valuteremo se ci sarà la necessità”, mentre per quanto riguarda il contratto “la possibilità di un tagliando non è da escludere, per vedere cosa si può fare meglio e introdurre nuove misure, eventualmente”.

“Nemmeno un euro per gli F35”

Il premier ha inoltre sottolineato che “La Manovra economica si pone in continuità e in coerenza con gli impegni presi nel contratto di governo. In passato succedeva che si facevano delle promesse non scritte e non sempre si mantenevano gli impegni. Questa è una cosa che inevitabilmente condizionerà ogni esperienza futura. Quando parlo di populismo parlo di questo modo di procedere”. Nelle quasi tre ore di conferenza, il premier viene incalzato anche sul tema delle armi, riferendo che “sugli F35 è in atto una valutazione tecnica condotta dal ministro Trenta con l'ausilio dello stato maggiore. Questo governo non ha speso un euro per gli F35. All'esito di questa valutazione tecnica trarremo le conclusioni”. E a una domanda del Manifesto sui fondi all'editoria, Conte spiega che “ci sarà un tavolo dove si valuteranno misure a sostegno dell'informazione. Non intendo infliggere il bacio della morte a nessuna testata”. Capitolo Roma. Il premier riconosce l'emergenza rifiuti ma confemra la fiducia del governo alla giunta Raggi che, “ha ottenuto un ottimo risultato infrastrutturale con la revisione del progetto sullo Stadio della Roma”.