Carta d'identità: nuove frizioni nella maggioranza

Detto e fatto. Nei mesi scorsi il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aveva annunciato che avrebbe ripristinato le diciture “madre” e “padre” sui moduli da compilare per fare la carta d'identità ai minorenni in sostituzione della più generica dicitura “genitori”. Il provvedimento, da ieri, è scritto nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale, rende noto il Viminale.

Il provvedimento e le reazioni

 Il decreto, firmato dal ministero dell'Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell'Economia, porta la data del 31 gennaio 2019. Il provvedimento modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva la dicitura “genitori”. La nuova norma prevede la sostituzione del termine “genitori” con “padre” e “madre” ogni qual volta si presenta nel decreto che predispone le “modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica”. Già nel novembre scorso, quando Salvini aveva proposto il reintegro di “padre” e “madre”, aveva dovuto fare i conti con la contrarietà di Anci, Garante della Privacy e persino degli alleati di governo del Movimento 5 Stelle. Ora che la modifica è ufficiale, tornano le polemiche. Per l'Arcigay il provvedimento è “anacronistico” e “colmo di tronfia ignoranza”, mentre per il ministro per il Sud, Barbara Lezzi (a proposito di contrarietà da parte dei pentastellati) si tratta di “un passo indietro”. Intervenuta ad Agorà su Raitre, la Lezzi ha commentato: “Io credo che i minori debbano essere sempre e comunque salvaguardati. Non si deve andare lì a sindacare di chi sia figlio o no. Se ha due madri o due padri a me questo non interessa. A mio avviso sarebbe stato meglio lasciare genitori per una serie di questioni, ma non so se poi ci sarà modo e tempo di parlare con il Ministro dell'Interno di questo perché è comunque un passo indietro”.