Berlusconi si ispira a don Sturzo: appello agli italiani

Cent'anni fa, il 18 gennaio 1919, don Luigi Sturzo lanciava il suo celebre appello ai “liberi e forti” che segnò la nascita del Partito Popolare Italiano e la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana. Oggi Silvio Berlusconi, che da poco ha annunciato la sua discesa in campo alle elezioni europee, si rifà al sacerdote siciliano per sottolineare – sul Corriere della Sera – che quell'appello è di “sorprendente attualità” in quanto “ispirato ai valori cristiani e profondamente liberale nel metodo e nelle proposte”.

Berlusconi: “Perché è attuale l'appello ai 'liberi e forti'”

“È il modello – afferma Berlusconi – al quale mi sono ispirato quando ho lasciato la mia attività di imprenditore per dare vita a Forza Italia, per scongiurare il rischio che il nostro Paese cadesse in mano ad una sinistra comunista, giustizialista e profondamente illiberale. Da allora, don Sturzo è stato una delle figure di riferimento, uno dei maestri ai quali ci siamo costantemente richiamati nell'azione politica di Forza Italia”.  “La centralità della persona – prosegue -, il primato dell'individuo rispetto alle masse, lo stato minimo, la libertà religiosa sono i presupposti di una visione cattolica e liberale che è anche oggi la sola risposta ai problemi sempre più complessi delle società di massa, del mondo globalizzato, dell'invadenza delle nuove tecnologie e delle suggestioni che ne derivano”. “Come l'Italia di cento anni fa – scrive dunque Berlusconi – così oggi la nostra Patria, dopo un secolo, vive ancora una volta un momento confuso, di incertezza e anche di pericolo per la libertà. Penso davvero che un nuovo appello ai 'liberi e forti', a cento anni da quello di Sturzo e a 25 anni dalla fondazione di Forza Italia, sia oggi di drammatica attualità“. Un appello, “aggiungo io, all'altra Italia che alla politica chiede serietà e sobrietà, competenza e onestà, coerenza ed esperienza. Anche io oggi ritorno a chiedere di scendere in campo, prima che sia troppo tardi, di fronte ai rischi del sovranismo, del pauperismo, dello statalismo, del giustizialismo che si ripropongono in forme nuove ma ancor più pericolose del passato“.

La critica al Decretone

Berlusconi spiega poi al Gr1 che la sua decisione di candidarsi con “il senso di responsabilità verso quello che sta succedendo in Italia, in Europa e nel mondo. Oggi l'Europa non conta più nulla e quindi bisogna ritornare a farla contare per mantenere i valori della democrazia occidentale, quelli della nostra civiltà che rischierebbero di essere sottomessi a quelli dell'impero cinese che sono completamente diversi dalle conquiste fatte dagli antichi greci, dagli antichi romani, dalla tradizione giudaico cristiana per arrivare a uno stare insieme ottimale, in cui lo Stato è garante dei diritti dei cittadini e quindi non può intervenire per diminuirli o per cambiarli. Di questo c'è bisogno. Io conto di poter influenzare dall'interno il partito di maggioranza relativa in Europa che è il partito popolare europeo e da lì partire per una risposta forte a una situazione negativa che riguarda tutti i paesi del mondo”. Sul decretone approvato ieri dal Consiglio dei ministri, il leader di Forza Italia afferma: “Prevedo degli scenari molto negativi perché nulla in questo decreto va nella direzione di aumentare lo sviluppo, la crescita e il sostegno dell'economia”. Quanto al governo giallo-verde, il Cav sostiene che “su ogni cosa sono di pareri opposti e poi siamo dentro una situazione molto complicata, da maionese impazzita. C'è caos totale, un caos masochista”.