Berlusconi: “Alzare il deficit sarebbe un disastro”

Centrodestra unito dopo il vertice di Palazzo Grazioli ma Silvio Berlusconi non le manda a dire al collega Salvini sul tema della Manovra. Il Cavaliere, infatti, si è detto in disaccordo sulla proposta avanzata dal ministro dell'Interno di alzare il deficit per trovare risorse: “Se con la Manovra alzassimo il deficit e l'Europa dovesse respingerla – ha detto il leader di Forza Italia a Fiuggi, durante la conventio di Tajani -, lo spread salirebbe e sarebbe un disastro. E purtroppo da quello che sento, la Bce ritiene questo rischio molto elevato”. Almeno su questo, dunque, non c'è intesa nella coalizione con gli azzurri che, in vista della legge di Bilancio, non danno il loro assenso all'idea di sforare i parametri dell'Unione europea ma sulle intenzioni manifestate nel vertice di giovedì Berlusconi non torna indietro: “Il vertice del Centrodestra ha confermato che la coalizione è definitiva per tutti e tre i partiti. Salvini ha delle uscite che non sono gradevoli e accettabili da parte nostra. Forse deve tentare di non far scoppiare un diverbio assoluto con i Cinque Stelle, quel diverbio che noi auspichiamo anche presto”.

La vicenda Casalino

Una battuta, dal palco di Fiuggi, il Cavaliere la dedica anche alla vicenda Casalino, affermando che “in una democrazia il signor Casalino dovrebbe stare già fuori con la valigia in mano. Oltre a offendere i funzionari del ministero, Casalino ha minacciato il loro allontanamento se non trovassero i soldi per le promesse che il M5s aveva inventato per trovare i voti e che il nostro bilancio non consente”.

Differenze

A questo proposito, Berlusconi spiega le divergenze fra coalizione e pentastellati, spiegando che “questo governo e in particolare il Movimento Cinque Stelle sono nemici della libertà. Ma ci sono due squadre: una della Lega, che si è presentata con il programma scritto al 95% da noi. E l'altra, quella del M5s, che si sta rivelando peggiore di quanto immaginavamo, peggiore della sinistra, nemico delle imprese e delle infrastrutture, propenso alle nazionalizzazioni”.