Arriva il Taser, sperimentazione in 11 città

Partita alla sperimentazione del taser per le Forze dell'ordine: con la firma del decreto che la consegna in dotazione alla Polizia, la pistola elettrica rientra così nell'arsenale delle principali forze di sicurezza pubblica, concludendo così un iter avviato 4 anni fa e che prenderà ufficialmente il via in undici città d'Italia, nello specifico Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi. A darne conferma è il Ministero dell'Interno, con il ministro Salvini a spiegare che il taser “è un'arma di dissuasione non letale e il suo utilizzo è un importante deterrente soprattutto per gli operatori della sicurezza che pattugliano le strade e possono trovarsi in situazioni border line”.

Salvini: “Può risultare efficace”

Come precisato dal Viminale, la sperimentazione sarà ad appannaggio della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, a fronte di trenta i dispositivi da acquistare, almeno per ora. I detentori del dissuasore elettrico beneficeranno di un percorso di formazione disciplinare istituito da un gruppo di interforze e previsto nella fase precedente alla ricezione dell'arma. Al momento, precisa il Ministero, il taser è in dotazione alle Forze dell'ordine di 107 Paesi (tra i quali il Canada, il Brasile e buona parte degli Stati del Commonwealth) e, spiega Salvini, può rappresentare una soluzione percorribile “laddove una misura di deterrenza può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti. Credo che la pistola elettrica sia un valido supporto, come dimostra l’esperienza di molti Paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera”.

Norme d'uso

Il Dipartimento della Pubblica sicurezza, nelle sue linee guida parla del taser come di “un’arma propria”, che utilizza impulsi elettrici per inibire i movimenti del soggetto colpito, indicando come distanza consigliabile per un tiro efficace dai 3 ai 7 metri. Viene comunque precisato che l'arma “va mostrata senza esser impugnata per far desistere il soggetto dalla condotta in atto” e solo nel momento in cui il tentativo di dissuasione dovesse fallire si potrà procedere al tiro, considerando però “per quanto possibile il contesto dell’intervento e i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta”. Il tutto, infine, tenendo ben presente “la visibile condizione di vulnerabilità del soggetto” e le condizioni ambientali, per evitare rischi dovuti agli impulsi elettrici (come gli incendi).