Dalla Nordcorea nuovi insulti a Donald Trump: “E’ un vecchio pazzo”

Si riaccende lo scontro a distanza fra l’establishment nordcoreano e Donald Trump, definito come “un vecchio pazzo” che sta approfittando della morte di Otto Warmbier, lo studente americano deceduto dopo essere stato imprigionato in Corea del Nord. Gli Usa, accusa una nota del ministero degli Esteri di Pyongyang, hanno istigato e spinto Warmbier a infrangere le leggi nordcoreane. Il giovane morì lo scorso giugno poco dopo essere stato rilasciato da un carcere nordcoreano, dove era detenuto per aver rubato un poster di propaganda.

Secondo il coroner dell’Ohio chiamato a pronunciarsi sulla sua morte, non sono stati trovati segni evidenti di tortura sul suo corpo. La morte sarebbe sopravvenuta per mancanza di ossigeno al cervello, dovuta a una ferita subita oltre un anno prima. Il rapporto del coroner contrasta, però, con quanto sostenuto dai genitori della vittima, per i quali il figlio è stato “sistematicamente torturato” dai carcerieri nordcoreani. Trump aveva elogiato l’intervista dei coniugi Warmbier e affermato che “Otto era stato torturato oltre l’immaginabile”.

Il caso del giovane americano morto si colloca in un contesto sempre più tesosull’asse Washington-Pyongyang. La principale causa di scontro (al momento solo dialettico) è la questione del nucleare nordcoreano, specie dopo l’ultimo test condotto dal regime di Kim Jong Un. La Cina, principale alleato della Corea del Nord ma con forti interessi economici negli Usa, sta provando a mediare per evitare che il braccio di ferro passi dal piano diplomatico e politico a quello militare. “Abbiamo fatto sforzi enormi – ha detto il portavoce del ministero della Difesa Wu Qian – ma il nodo del problema è il conflitto esistente tra la Corea del Nord e gli Usa”. L’auspicio di Pechino è che i Paesi coinvolti “possano adottare un approccio responsabile e iniziative utili ad allentare le tensioni facendo qualcosa di concreto”. In ogni caso, ha ribadito, “la soluzione militare non è un’opzione“.

Replicando poi a quanti chiedono a Pechino di fare di più sull’imprevedibile vicino e storico alleato, Wu ha osservato che la posizione cinese punta alla denuclearizzazione della penisola coreana, alla pace e alla stabilità, e “al ricorso al dialogo e alle consultazioni che sono l’unico modo per risolvere il problema”. I militari cinesi, ad ogni modo, faranno tutti i preparativi necessari per proteggere la sovranità nazionale e la pace e la stabilità regionali, ha replicato Wu rispondendo a una domanda su quali preparativi fossero in preparazione in caso di conflitto nella penisola coreana, ribadendo posizioni già espresse in passato.