Una preziosa eredità

Sono passati dieci anni dalla morte, anzi dalla nascita al Cielo di don Oreste Benzi. L’anniversario è anche occasione per riflettere sull’eredità che “il prete con la tonaca lisa” ci ha lasciato. È segno della sua presenza tra noi vivere il Vangelo con gioia, con responsabilità nel servizio e nella condivisione con i più poveri; compiere un cammino fraterno, schietto e sincero nella Chiesa, e con tutte le donne e gli uomini di buona volontà per un mondo più giusto, pacifico e non violento, che metta al centro la povera gente. In sintesi, la sua eredità è il nostro impegno ad attuale la giustizia di Dio.

Ma non solo un ricordo e una considerazione del lavoro svolto finora. La commemorazione deve essere anche uno sprone a continuare come prima e forse più di prima a perseguire questo obiettivo. Alcuni risultati non possono che incoraggiarci: in dieci anni l’Associazione Comunità Giovanni XXIII ha raddoppiato le presenze in terre di missione, che oggi coinvolgono oltre quaranta Paesi nel mondo, dove famiglie scelgono di accogliere malati, profughi, persone di strada e disperati di qualunque tipo.

I nostri volontari sono presenti in luoghi di conflitto con l’Operazione Colomba, nelle carceri e ovunque ci siano da difendere bambini che non possono nascere, persone che non hanno voce, famiglie in difficoltà, disoccupati e popoli alla ricerca di pace. L’efficacia del nostro impegno è testimoniata anche dal fatto che in questi anni siamo stati accreditati presso le sedi Onu di Ginevra e di New York.

Stiamo realizzando il sogno di don Oreste. La cui figura appartiene non solo alla nostra comunità, ma a tutta la Chiesa. Si sta concludendo la fase diocesana del suo processo di beatificazione. Nei primi mesi del 2018 ci sarà la funzione in cattedrale durante la quale il vescovo chiuderà questa prima fase, dopo di che la causa passerà in Vaticano, per la valutazione di eventuali grazie ricevute per sua intercessione.

In attesa di questo evento, oggi celebriamo una prima festa per il decennale dalla nascita al Cielo di don Oreste. A Rimini sono previste cinquemila persone, con tanti giovani delle scuole e con la presenza del presidente dei vescovi italiani, card. Gualtiero Bassetti, che concluderà la giornata con una Messa alle ore diciotto.

Don Oreste verrà ricordato anche con tono divertente, in linea con il suo carattere. A tal proposito mi viene in mente un aneddoto che descrive bene questo aspetto. Don Oreste molto spesso durante i dibattiti – anche quelli pubblici – si addormentava, stanco per il suo infaticabile donarsi. Ma miracolosamente, quando si svegliava, conosceva tutto ciò che gli altri avevano detto, quindi si riallacciava subito al discorso. Aveva un sonno vigile. Mi piace ricordarlo così, perché anche se i suoi occhi sono chiusi, veglia su di noi.