Una legge per uccidersi

In questi giorni si fa un gran parlare di eutanasia ma pochi sanno di che cosa si tratti. Etimologicamente significa “buona morte” ed è ciò che nel mondo antico i poeti greci e romani intendevano per una fine serena, rapida e senza sofferenze. Si intendeva morte naturale, senza intervento medico, intesa come perfetto compimento della vita umana.

Nel tempo il significato è mutato. In particolare durante il regime nazista dove per eutanasia si è inteso infliggere la morte alle persone disabili, ritenendo fosse meglio così per il bene della società. Il significato originario era così definitivamente stravolto. Per alcuni decenni questo termine ricordò così gli orrori del nazismo ma di recente è stato rispolverato cercando di darne una connotazione convincente. Di fatto oggi per eutanasia oggi si intende la “azione o omissione con lo scopo di provocare la morte di una persona col fine di eliminare il dolore”.

Se può essere considerato buono e condivisibile lo scopo del gesto, quello di eliminare il dolore, non lo è mai il mezzo se consiste nel togliere la vita, nel volere la morte. La vita è un bene prezioso per sé stessi e per tutta la società. Non è un bene disponibile, nel senso che non siamo padroni nel darla né nel toglierla.

Nei tempi passati le possibilità di lenire il dolore erano davvero molto limitate. Oggi ci sono farmaci a disposizione per ogni genere di sofferenza fisica fino alla possibilità di una sedazione profonda, che tolga quindi anche la coscienza addormentando il soggetto per periodi più o meno lunghi, anche solo per consentirgli il riposo notturno.

Possono esserci momenti o periodi della vita in cui si smarrisce il senso dell’esistenza, in cui si arriva anche alla disperazione, alla perdita di ogni speranza. Può capitare per malattia o per gravi disabilità. In questi casi si riceve facilmente solidarietà nell’invocare la morte. Ma molto più spesso capita per altri generi di afflizioni, molto più difficili da condividere ma che ugualmente tolgono il desiderio di vivere.

La stragrande maggioranza dei malati e dei disabili chiedono di poter essere curati, di poter continuare a vivere, poter amare ed essere amati. Il vero problema è nell’aver smarrito il senso della vita e con questo il suo valore. Infatti il suicidio è oggi in aumento fra gli adolescenti e gli anziani, quasi sempre di persone fisicamente sane.

Il Disegno di legge in discussione alla Camera porterebbe dritto all’eutanasia. Apre infatti alla possibilità di togliere in qualunque momento alimentazione e idratazione a chiunque abbia un sondino o una peg condannandolo di fatto a morire di fame e di sete.
Tale operazione potrà essere richiesta in ogni momento dal paziente stesso o dal tutore senza alcun vincolo né verifica. Sarà sufficiente la richiesta di chi ne abbia facoltà e questa sarà immediatamente esigibile. Un po’ come dormire con una rivoltella carica nel comodino.